Punizione durissima per il Cile nella nona giornata del girone sudamericano di qualificazione a Russia 2018. Sul campo dell'ottimo Ecuador subisce un rovinoso 3-0 che lo pone in una situazione di rischio assoluto, mentre la Tri vola, riprendendosi dopo le ultime due sconfitte.

I padroni di casa si schierano con il classico quadrato 4-4-2, scegliendo Fidel Martinez sulla sinistra di centrocampo e Luis Caicedo al centro della difesa. Spazio in mezzo al campo per Orejuela, preferito a Gruezo. Gli ospiti, orfani di Medel, optano per il classico 4-3-1-2, con Roco e Jara come coppia centrale ed Hernandez a rilevare il pitbull, con Diaz da regista.

Prorompente l'avvio di gara e di personalità della Tri, perennemente pericolosa nell'area avversaria con i traversoni degli esterni, sfruttando un Cile intimorito e piuttosto passivo contro le organizzate linee dei ragazzi di Quinteros. La fragilità dei bicampioni del Sudamerica in carica si manifesta poco dopo il quarto d'ora, con un'uscita pazza di Bravo, graziato ma ammonito per un intervento duro,  e due minuti dopo, al 18', con il vantaggio dei padroni di casa: un cross innocuo di Fidel Martinez dalla corsia mancina prende controtempo cinque uomini cileni, spalancando ad Antonio Valencia la chance dall'altra parte, in piena area, di incrociare e siglare con il preciso rasoterra l'1-0.

Passano appena cinque minuti e arriva addirittura il raddoppio, con un'indecisione su rimessa laterale della difesa di Pizzi, una quasi fotocopia. Un cross all'indietro di Valencia viene inizialmente salvato nell'area piccola, ma la palla viene sputata fuori dall'area dove un accorrente Ramirez trova la botta di prima a filo d'erba che buca Bravo. Gli ospiti brancolano nel buio, cercando di affidarsi agli spunti dei propri attaccanti, sempre ingabbiati dall'ottimo schieramento, la partita si sviluppa così a senso unico, tra contrasti piuttosto duri e un Cile incapace di mettere il naso nell'area difesa da Dreer, più che tranquillo nel governare la zona di competenza. Deve rispondere invece un paio di volte Bravo: l'intervallo è il toccasana di cui i ragazzi di Pizzi possono avere bisogno.

Eppure l'incubo continua nella ripresa, quando sulla falsariga del primo parziale, il Cile è costantemente in balia dell'esuberanza dei padroni di casa. Centoventi secondi sono sufficienti a Valencia per impensierire Bravo, che però non può nulla qualche secondo dopo sul tocco ravvicinato di Caicedo, abile ad approfittare della larghissima marcatura della difesa cilena. Le difficoltà degli ospiti si acuiscono con il passare dei minuti ed il nervosismo non aiuta Vidal e compagni anche nelle giocate apparentemente più banali. È negli spazi lasciati dalla immobile retroguardia dei campioni d'America che Enner Valencia e soci agiscono a proprio piacimento: quest'ultimo prima e Noboa successivamente sprecano, piacendosi con troppo. Il cile prova ad uscire dal tunnel, con scarsi risultati: Vidal non trova la porta dal limite, Castillo spara alto da buona posizione.

Ancora Enner Valencia sul l'ennesima disattenzione di Jara si invola a tu per tu con Bravo, ma l'eccessiva velocità non gli permette di battere a rete con efficacia. Anche il nuovo entrato Ibarra ci prova in due occasioni: nella prima il mancino è impreciso, poi è Bravo a negargli la rete sul giro di destro dal limite. L'ultimo squillo del Cile porta la firma di Sanchez ad un quarto d'ora dal termine, ma è ancora l'Ecuador con Orejuela, Valencia e Ibarra a cercare invano il gol della staffa, negato anche dalla traversa di Noboa in pieno recupero. Finisce 3-0, la Tri continua a sognare, i campioni del Sudamerica non si riconoscono più.