Non sarà più il giocatore che salta gli avversari come birilli e che va a depositare il pallone nella rete avversaria come se fosse la cosa più facile da fare su un campo da calcio, ma Leo Messi continua a dispensare lampi di talento e genialità anche in partite in cui la condizione atletica - sua e della squadra - non è delle migliori. E' quanto accaduto ieri al Vicente Calderòn di Madrid, teatro di una delle finali di Copa del Rey più palpitanti degli ultimi anni, vinta ai supplementari da un Barcellona a lungo costretto a giocare in inferiorità numerica (poi pareggiata alla fine dei regolamentari dall'espulsione di Ever Banega) contro il Siviglia a causa del rosso estratto in faccia a Javier Mascherano, fattosi sorprendere da un Kevin Gameiro che si stava involando solo davanti a Ter Stegen. Ed è stata proprio la Pulce ad accendere la luce quando il buio della fatica stava calando su entrambe le squadre, prima lanciando meravigliosamente Jordi Alba con un filtrante da centrocampo sull'out sinistro per il gol dell'1-0, poi servendo Neymar con un altro assist da artista del football.

Perde dunque Unai Emery, in un match preparato e disputato con grande attenzione dai suoi giocatori, puniti dalle solite magie di Messi e dalla poco concretezza dalle parti di Ter Stegen. Un Siviglia ben organizzato e reduce dal trionfo di Basilea sul Liverpool ha giocato un primo tempo intelligente, senza concedere nulla al tridente blaugrana, con Mariano incollato alle caviglie di Neymar e Sergio Rico spettatore della lotta che gli si configurava davanti. Ritmi blandi, da fine stagione e da Barcellona degli ultimi mesi, per i primi trentacinque minuti della finale, fin quando Kevin Gameiro è riuscito a sfuggire a Javier Mascherano, costringendolo a una vistosa trattenuta dopo una gran spizzata di Iborra su Piquè. Inevitabile il rosso al Jefecito argentino, che ha lasciato orfana la difesa di Luis Enrique del suo difensore più veloce. Dopo un gran volo di Ter Stegen su punizione di Banega, l'allenatore asturiano ha abbassato Sergi Busquets nel ruolo di centrale di retroguardia, salvo doversi arrendere all'evidenza e sostituire il pur ottimo Ivan Rakitic con un difensore puro come Jeremy Mathieu. Il Siviglia ha cominciato a crederci, non solo per la superiorità numerica, ma anche per le giocate dei suoi uomini migliori, da Vitolo a Banega, con l'argentino che ha colpito un palo che grida ancora vendetta per gli andalusi.

Il forcing del secondo tempo non ha però prodotto effetti in termini di gol, in una partita che è andata via via sporcandosi e innervosendosi. A farne le spese proprio Ever Banega, finito in anticipo negli spogliatoi per un'entrata dura su Neymar lanciato a rete. Poco prima era stato Luis Suarez ad alzare bandiera bianca tra le lacrime, per un infortunio muscolare al bicipite femorale destro che rischia di fargli saltare la Copa America del centenario. Fuori l'uruguagio, dentro Rafinha per Luis Enrique, che ha potuto così compattare la squadra, aggrappatasi all'esperienza e all'orgoglio di Gerard Piquè e alla tecnica e alla personalità di un Andres Iniesta straripante per intelligenza calcistica. A evitare l'esito tanto scontato quanto imprevedibile dei rigori ci ha pensato infine Leo Messi, fuoriclasse inarrivabile che continua ad aggiungere ulteriori colpi al suo repertorio d'artista. Spostatosi in posizione centrale dopo l'uscita di Suarez, l'argentino ha letteralmente inventato un pallone con i giri contati per Jordi Alba, splendido nell'accorrere da dietro alle spalle del suo marcatore e a freddare Sergio Rico di sinistro. Il resto dei supplementari è suonato così come una beffa per il Siviglia, sconfitto nonostante abbia presentato al Calderòn una delle sue versioni migliori, trafitto e sentenziato allo scoccare delle due ore di gioco da Neymar, imbeccato ancora una volta da Messi. Per gli andalusi si conclude così una stagione positiva, iniziata senza Bacca e Aleix Vidal, ma contrassegnata poi da un'altra Europa League messa in bacheca, mentre il Barça dimostra di essere un'incredibile macchina da trofei, nonostante quello più ambito se lo giocheranno sabato a Milano le grandi rivali di Madrid.