Mancano ormai poco più di ventiquattro ore alla finalissima di Copa del Rey edizione 2016, eppure in Spagna di tutto si sta parlando fuorchè di questioni di campo. A tenere banco è la polemica sul divieto posto ai tifosi del Barcellona - poi venuto meno - di introdurre nello stadio del finale (il Vicente Calderòn di Madrid) bandiere catalane, come peraltro è impedito anche dalla UEFA nelle partite di Champions League. In un momento storico come l'attuale, gli attriti tra i regionalisti catalani e i nazionalisti andalusi (oltre ai centralisti di Madrid) si fanno sempre più forti, con evidenti ricadute anche sull'ambiente calcistico che costituisce il palcoscenico sportivo dello scontro. 

Intanto, al netto di discussioni su stemmi e simboli di San Jordi, si disputa domani l'ultimo atto della Copa del Rey 2016, partita secca tra Barcellona e Siviglia, due squadre che hanno il vantaggio di arrivare al Vicente Calderòn (la partita è in programma per le 21.30) con un titolo a testa conquistato nell'ultima settimana. I blaugrana si sono infatti aggiudicati la Liga a Granada grazie a una tripletta di Luis Suarez, mentre gli uomini di Unai Emery hanno ribaltato il Liverpool nella finale di Europa League grazie a Kevin Gameiro e a una doppietta di capitan Coke. Per entrambe alzare la Copa del Rey significherebbe fare doblete in questa stagione, anche se il Barça ha in realtà all'attivo già tre titoli nell'annata sportiva in corso: Supercoppa Europea (vinta proprio contro il Siviglia), Mondiale per Club e campionato spagnolo. In Liga le due squadre si sono divise equamente la posta, con gli andalusi vincitori in autunno al Sanchez-Pizjuan e i catalani a replicare con lo stesso punteggio (2-1) al ritorno al Camp Nou. Il Barça torna domani sul luogo del delitto, quel Vicente Calderòn che ne ha decretato l'eliminazione dalla Champions League per mano dell'Atletico Madrid di Simeone, ma di cabala e coincidenze non vuole curarsi Luis Enrique, pronto a schierare ancora una volta il suo ormai celebre once de gala, con Ter Stegen tra i pali (portiere di coppa), Dani Alves e Jordi Alba esterni difensivi, Piquè e Mascherano centrali, Rakitic, Busquets e Iniesta a centrocampo e Messi, Suarez e Neymar a comporre il tridente delle meraviglie della MSN. 

Ha invece più dubbi Unai Emery, che dovrà gestire le energie di una rosa già provata dall'altalena emotiva della finale di Basilea, vinta in rimonta per regalare al popolo di Siviglia la terza Europa League consecutiva, la quinta nella storia del club andaluso. Sergio Rico dovrebbe riprendersi il posto in porta ai danni del più giovane Soria, mentre in difesa ecco Mariano ed Escudero sugli esterni (da valutare le condizioni di Tremoulinas e Coke). Dani Carriço è l'ancora del reparto arretrato, mentre Kolo è squalificato. Potrebbe dunque rivedersi il polacco Krychowiak come centrale, con Nzonzi in mediana al fianco del'argentino Ever Banega, vero faro della squadra a Basilea e a all'ultima esibizione con la camiseta del Siviglia. Dubbi anche in attacco, dove Kevin Gameiro è comunque favorito su Fernando Llorente. Vitolo sembra essersi garantito un'altra serata da titolare, con Reyes e Iborra che scalpitano in attesa di un posto sulla trequarti. Unai Emery potrebbe anche avanzare uno tra Mariano ed Escudero per compattare il suo undici, ma a fare la differenza tra due formazioni che ormai si conoscono perfettamente dovrebbe essere per una volta l'aspetto atletico, a fine stagione più importante di quello tattico. Il Barça degli ultimi due mesi non gradisce giocare ad alti ritmi, ma preferisce piuttosto imporre il suo palleggio lento per poi innescare i tre interpreti offensivi, magari con cambi di gioco da un esterno all'altro. Il Siviglia proverà invece a essere ordinato in fase difensiva per riversarsi in attacco appena possibile e per sfruttare la vena realizzativa di un Gameiro mai così continuo come in questa stagione.