Cade inaspettatamente l'Altetico Madrid del Cholo Simeone. La squadra madrilena reduce della fatiche di Champions League, non è risucita nell'intneto di accorciare la classifica per mettere pressione al Barecellona che ora, in caso di vittoria al Madrigal, può volare a +11. Al Molinon di Gijon però, grandi meriti vanno dati allo Sporting messo in campo da Abelrado, capace di rimontare l'iniziale vantaggio Atletico firmato da Griezmann. Succede tutto nel finale con gli asturiani che prima trovano il pari con Sanabria, poi il gol da tre punti con Carlos Castro. Per l'Altetico è la definitiva dipartita dai sogni di titolo, per il Gijon si tratta di tre punti chiave per la rincorsa alla salvezza.
Alla disperata ricerca di punti utili in chiave salvezza, lo Sporting Gijon di Abelardo non si tira indietro, schierando un undici dalle ottime possibilità offensive, composto dal tris di trequartisti, Jony, Cases e Perez, tutti alle spalle del gioiellino di proprietà Roma, Antonio Sanabria.
In casa Atletico, dopo la maratona di martedì con il PSV, Simeone decide di adottare un turnover ragionato, lasciando a riposo alcuni giocatori importanti come Juanfran, Godin e Gabi. In difesa, spiccano gli inserimenti di Jesus Gamez a destra, e Lucas Hernandez nel mezzo, mentre a centrocampo, viene concessa una chance dal 1' a Kranevitter e Angel Correa. La coppia d'attacco invece, vede Luciano Vietto girare intorno all'insostituibile Griezmann.
Sotto il sole primaverile del Molinon, l'Atletico Madrid scatta con grande aggressività, cercando subito la profondità di Griezmann, impreciso nel controllo e nel conseguente tiro, solo accennato, e subito raccolto da Cuellar. Eccezion fatta per il primo squillo colchoneros, a prendere il comando delle operazioni durante i primi 45' di gioco è lo Sporting, intraprendente con i suoi esterni, sempre incisivi nell'uno contro uno, e spesso capaci di mettere palloni interessanti nel mezzo.
Nonostante l'evidente supremazia territoriale, lo Sporting non riesce a creare grattacapi all'attento Oblak, mai chiamato in causa nella prima mezz'ora a forti tinte roji-blanco azul. Dall'altra parte, l'atteggiamento sornione dei suoi uomini, finisce per imbestialire il Cholo Simeone, come sempre carico a molla all'interno della sua area tecnica. L'Atletico non crea, ma al 28', Saul è scaltro nel guadagnarsi un piazzato da buona posizione che Antoine Griezmann trasforma in oro grazie alla precisione chirurgica del suo destro, perfetto nell'indirizzare il pallone sotto l'incrocio dei pali.
L'improvviso vantaggio madridista, per quanto immeritato, finisce per non modificare il canovaccio del match, con il pallone sempre controllato dallo Sporting Gijon per nulla rassegnato al risultato di svantaggio. Gli uomini di Abelardo producono un grande sforzo fisico, ma l'unica occasione che risulta nel tabellino del primo tempo, porta la firma di Perez, impreciso con un colpo di testa in torsione.
In avvio di ripresa, lo Sporting tenta il forcing, stringendo nella propria metà campo un Atletico Madrid poco equilibrato, evidentemente stanco e poco intenso. I colchoneros provano ad agire in contropiede, sfruttando in particolare l'agilità di Luciano Vietto, chiuso per ben due volte al termine di due lunghe e speculari corse palla al piede.
Dall'altra parte, il Gijon da continuità ai propri attacchi che però non si concretizzano mai con pericolose opportunità per i suoi attaccanti facendo risultare Oblak inoperoso. La solita verve di Jony, prova a dare la scossa alla squadra, che però non recepisce il messaggio, risultando pericolosa solo con un pallone in diagonale di Perez, ben intercettato dal ritorno di Filipe Luis.
Lo scorrere dei minuti rende il match sempre più duro e nervoso; Jesús Gil Manzano, arbitro dell'incontro, viene spesso chiamato in causa per risolvere scontri e discordie che accendono anche dal punto di vista emotivo l'ultima mezz'ora di gioco. Nella battaglia del Molinon allora, Simeone decide di affidarsi ai soldati più affidabili con Gabi, Juanfran e Torres, tutti in campo per dare più esperienza ed equilibrio ad una squadra in palese riserva di energie.
I 20' finali, portano il prepotente ritorno dello Sporting Gijon, stavolta sì, pericoloso dalle parti di Oblak. E' Sanabria, il gioiellino ex Barça a creare scompiglio nell'area del Madrid, prima con un destro intercettato, poi con un calcio di punizione deviato dalla barriera. Alla fine però, il forcing estenuante praticato dagli uomini di Abelardo porta i suoi frutti: una sciocchezza della difesa rojiblanca concede punizione dal limite al Gijon, che Sanabria sfrutta al massimo portando, usufruendo di una deviazione che mette fuori causa l'intervento di Oblak.
Il gol del meritato pareggio dello Sporting finisce per accendere El Molinon che improvvisamente inizia a credere nel colpo grosso. Anche sulla panchina degli asturiani, Abelardo, in preda a una trans agonistica, fa segno di attaccare l'Atletico Madrid ormai alle corde. E allora, ancora Sanabria prova a spaccare il match con un'accelerazione fulminea che lo porta fino all'interno dell'area di rigore dove il suo assist per Carlos Castro è un cioccolatino da spedire in rete. Il neo entrato però, si fa intimorire dalla porta spalancata davanti ai suoi occhi, centrando una clamorosa traversa. Le palpitazioni non finiscono qui; appena due minuti più tardi, sempre dalla corsia di sinistra, un Gijon scatenato costruisce l'azione perfetta: Sanabria ricama, Caces apre, Jony rifinisce e Castro, questa volta, non sbaglia, mandando in visibilio l'intero Molinon per il gol del 2-1.
Gli ultimi minuti sono più che mai confusionari con lo Sporting alla ricerca del pallone per far scorrere i minuti e l'Atletico, che incoraggiato da Simeone, tenta il clamoroso rientro. Alla fine però, non c'è più tempo e Jesús Gil Manzano decreta la fine delle ostilità tra la gioia incontenibile del Molinon. L'Atletico cade, questa volta irrimediabilmente. La Liga, da oggi parla catalano.