"Giocando così non andiamo da nessuna parte". Le parole di Zinedine Zidane dopo la sofferta vittoria sul campo del Las Palmas (1-2, con gol decisivo di Casemiro nel finale), hanno avuto l'effetto di anticipare le critiche al gioco dei merengues, peraltro arrivate puntuali già poche ore dopo la trasferta delle Canarie. Lo status di idolo del madridismo e di fuoriclasse inarrivabile non garantisce infatti a Zidane l'immunità dai rilievi sul calcio proposto dal suo Real Madrid. I blancos visti ieri sera in trasferta hanno ricordato la peggior edizione di una squadra spesso in grossa difficoltà lontano dal Bernabeu.
Stavolta, a essere sotto accusa è anche il tecnico transalpino, colpevole secondo i media madridisti di aver schierato un undici cervellotico, lasciando a riposo Marcelo, Toni Kroos e James Rodriguez, in nome di un turnover che mirava a coinvolgere tutti, perfino il desaparecido Arbeloa, mai in campo durante la gestione di Zizou. A centrocampo è stato infatti confermato Casemiro, alla quarta partita da titolare consecutiva, con Isco rientrante dopo la panchina contro la Roma (e furioso per essere stato poi sostituito con Kovacic), mentre in attacco Lucas Vazquez ha affiancato Gareth Bale e Cristiano Ronaldo, con il portoghese costretto al ruolo di prima punta dall'assenza di Karim Benzema. Ne è derivato un Real attendista e lentissimo, abile a sfruttare i due colpi di testa di Sergio Ramos (espulso nel finale) e dello stesso Casemiro, con Keylor Navas tornato a vestire i panni del supereroe grazie a parate in serie che hanno sbarrato la porta ai padroni di casa. Per tutto il corso del match il Real è apparso svagato, stranito, quasi anestetizzato, mentre gli isolani tenevano il pallino del gioco in mano e creavano occasioni da rete. Per una volta è stato Luka Modric tra i peggiori in campo per i merengues: il croato, fondamentale per gli equilibri in mediana del Real, ha sbagliato passaggi in successione e non ha mai trovato modo di dialogare con Casemiro, a volte troppo avanzato per il ruolo di giocatore davanti alla difesa. Isco ha mostrato nuovamente lampi del nervosismo che lo contraddistingue da sempre, e la relativa spinta sulle fasce di Carvajal e Arbeloa (con Danilo lasciato a Madrid per l'ira della stampa di Madrid) non ha di certo aiutato un attacco che rimane sperimentale, in cui la presenza di Lucas Vazquez funge ormai da elemento di equilibrio più che da fattore di imprevedibilità.
Il Real si è così salvato grazie al suo portiere, sempre più sorprendente erede di Casillas, e al gol di testa di Casemiro, giunto un minuto dopo il pareggio di William Josè, generoso regalo di un Mateo Kovacic sempre più frastornato nell'ambiente infuocato della Casa Blanca. Zidane, che conosce umori presidenziali e mediatici, ha ammesso in conferenza stampa che il secondo tempo dei suoi ha rappresentato un netto passo indietro rispetto alle ultime uscite, forse tentando di prevenire il fuoco di fila che sapeva sarebbe arrivato a poche ore di distanza. In realtà il lavoro del francese è stato fin qui quantomeno accettabile: superato l'ostacolo Roma in Champions League e ora in attesa del sorteggio di Nyon, i blancos hanno avuto il solo torto di perdere il derby in campionato, lasciando andar prematuramente via una Liga che sembrava comunque segnata. Ora il Madrid ha dieci punti di vantaggio sulla quarta, il Villarreal di Marcelino ieri battuto dal Siviglia. E proprio contro il Siviglia i blancos dovranno reagire prima della sosta dedicata alle nazionali. Con Benzema difficilmente recuperabile, Zidane dovrà fare ancora di necessitù virtù in attacco, mentre a centrocampo sarà verosimilmente costretto a far nuovamente ricorso alla qualita di Toni Kroos, vero pomo della discordia di questa stagione dei merengues. L'allenatore transalpino resta comunque in bilico per la prossima temporada, e ha negli ultimi tempi lasciato intendere di non essere intenzionato a rimanere a lungo sulla graticola. O si punta su di me, o mi faccio da parte, il senso delle dichiarazioni più recenti di Zizou, mentre il club è alle prese con la questione Florentino Perez (si dimetterà a fine stagione?) e con la spada di Damocle della sospensione del mercato che incombe ancora sulla prossima estate.