Da quando El Cholo Simeone è diventato l'allenatore dell'Atletico Madrid, la supremazia - nettissima negli anni più recenti - dei più blasonati e ricchi cugini del Real è svanita. E non è questione di mera contabilità, di un derby in può o in meno conquistato dai colchoneros, ma di una nuova configurazione della rivalità sulle sponde del Manzanarre. Il sinistro di Griezmann che ha trafitto Keylor Navas (e con lui l'intero Santiago Bernabeu) sabato scorso ha sancito la terza vittoria esterna in tre anni nella stracittadina e rischia di aprire la strada a un'altra stagione con l'Atleti avanti ai merengues a fine campionato. Esattamente ciò che accadde nel 2014, l'anno del titolo dei rojiblancos, quando però il Real riuscì a prendersi una spietata rivincita andando a conquistarsi la Decima Coppa dei Campioni a Lisbona.
Negli ultimi due anni la sfida si è riproposta con maggiore frequenza. L'Atletico si è aggiudicato nel 2015 la Supercoppa spagnola, vincendo in campionato due derby su due (da incubo per Ancelotti e i suoi il 4-0 del Vicente Calderòn), mentre i blancos hanno eliminato i cugini dalla Champions grazie a un guizzo vincente del Chicharito Hernandez. Già, Hernandez. Il nome del messicano risuona anche in queste ore a Madrid, non tanto per ricordare il gol che l'anno scorso valse la semifinale al Real, quanto per sottolineare la totale mancanza di programmazione della società presieduta da Florentino Perez. Ceduto Alvaro Morata, abbandonato Di Maria dopo la sbornia della Decima, il club merengue ha depauperato il suo reparto offensivo, già indebolito dall'addio di Mesut Ozil all'Arsenal un'estate prima. Il solo James Rodriguez (oltre a Isco, che però sta confermandosi un centrocampista) non può bastare a un club che lotta su più fronti, specialmente quando Bale e Benzema vanno k.o. per infortunio, evenienza purtroppo preventivabile dalle parti di Chamartin. Per non parlare del problema dell'esterno sinistro di difesa, ruolo coperto dal solo Marcelo e senza alternative al brasiliano, una volta sbolognato anche Fabio Coentrao. Ecco che Zidane si è ritrovato con una rosa priva dei suoi petali migliori, che ha mostrato tutte le spine che era possibile intravedere già nella scorsa primavera, quando gli infortuni di Modric e James compromisero la seconda parte della temporada blanca.
Il problema degli infortuni riapre la questione - altrettanto spinosa - della preparazione atletica del Real (Marca fa notare che nel derby i merengues hanno corso 11 km in meno rispetto ai rivali). Scaricata la responsabilità su Benitez e il suo staff, Ronaldo ha però aperto un nuovo fronte, quello con il reparto medico di Valdebebas, che avrebbe esposto alcuni big (Benzema, Bale e Marcelo) al rischio di ricadute prontamente verificatesi. Nel momento più difficile della stagione, la squadra ha ora bisogno di fare quadrato, anche se la dichiarazioni di CR7 sono andate invece in tutt'altra direzione, e di affrontare un'altra settimana cruciale, che prevede doppio turno di campionato e ritorno degli ottavi di Coppa contro la Roma. Molto diverso l'ambiente che si respira da sabato sera in casa Atletico. I colchoneros, reduci da un periodo difficile, hanno trovato il riscatto nell'occasione loro più propizia. Il Real di queste settimane era infatti l'avversario ideale per esaltare le caratteristiche degli uomini di Simeone, da sempre in difficoltà ad attaccare a difesa schierata, ma letali se possono evitare di avere in mano il pallino del gioco. L'Atletico è apparso in generale più reattivo, con Augusto Fernandez recuperato a tempo di record dopo il k.o. del Camp Nou. Al resto ci hanno pensato quelli della vecchia guardia, da Godìn e Koke, da Filipe Luis a Gabi, mentre Griezmann ha ritrovato il gol che gli mancava. Paradossalmente è stato Simeone ad avere più alternative, sia nella formazione iniziale che nei cambi, se si pensa che gente come Kranevitter, Correa, Savic e Vietto è rimasta fuori dall'undici titolare, con Ferreira Carrasco e Thomas ancora out.
Il bivio è stato imboccato: il Real è ora atteso da una fase di tensione e pressione, con il Villarreal di Marcelino a soli due punti di distanza (il sorpasso del Submarino Amarillo vorrebbe dire blancos ai preliminari di Champions, evenienza neanche presa in considerazione a inizio stagione), mentre l'Atletico si è garantito il secondo posto alle spalle di un Barcellona stellare. Se entrambe dovessero superare il turno di Coppa, potrebbe riproporsi un altro derby ai quarti, e ancora una volta sarebbero quelli vestiti di bianco ad avere tutto da perdere.