L'ultimo turno della Liga 2015/2016 ha sintetizzato perfettamente le tre stagioni delle big di Spagna, vale a dire Barcellona, Real e Atletico Madrid (per riferirsi solo alle squadre che hanno dominato le ultime edizioni del campionato). Mentre i blaugrana, impegnati alle Canarie contro il Las Palmas, hanno sofferto contro un avversario di  certo non irresistibile, ma sono comunque riusciti a portare a casa la vittoria grazie a due guizzi di Suarez e Neymar, i due club di Madrid sono andati incontro a due pareggi contro Malaga e Villarreal, lasciando per strada altri punti pesanti nella corsa al titolo di campioni di Spagna.

La classifica è attualmente impietosa, e racconta di un Barcellona a vele spiegate verso il secondo successo consecutivo in campionato, con le due principali antagoniste staccate rispettivamente di otto (i colchoneros) e nove punti (i blancos), in seconda e terza posizione. Ecco perchè il derby di sabato prossimo tra Real e Atletico, di scena al Santiago Bernabeu, perde parte del suo fascino come match che avrebbe dovuto decretare quali fossero i veri rivali dei catalani, assurgendo piuttosto al rango di spareggio per il secondo posto, senza dimenticare che il Villarreal di Marcelino potrebbe approfittarne per accorciare sulle due squadre di Madrid. Il Real ha mostrato ieri i soliti problemi nelle gare in trasferta, facendosi rimontare da un Malaga tanto gagliardo quanto sprecone sotto porta. Cristiano Ronaldo sembrava aver steso la squadra della Rosaleda con un uno-due micidiale: gol di testa (anche se in fuorigioco) su assist di Kroos e calcio di rigore procurato dopo uno scambio con Marcelo. Peccato che il portoghese si sia lasciato ipnotizzare dal vecchio Kameni, che ha tenuto in vita il Malaga consentendo agli uomini di Javi Gracia di agguantare il pareggio nella ripresa grazie ad Albentosa. CR7 è passato così, nel giro di un'ora, da eroe del pomeriggio andaluso a caprio espiatorio per il pari dei merengues. E a Madrid c'è chi sottolinea maliziosamente che Zidane ha per il momento raccolto lo stesso bottino di punti di Benitez nelle prime sei giornate dei due gironi (quattro vittorie e due pareggi). Non è stata la miglior versione del Real del tecnico francese quella de La Rosaleda, ma stavolta le assenze hanno pesato nell'economia di un match che già alla vigilia si preannunciava difficile. Senza Bale, Benzema, Pepe, Varane, con James Rodriguez costretto a partire dalla panchina per un problema alla spalla, Zizou ha dovuto inventarsi un tridente inedito, con l'ex Isco sulla sinistra, Jesè sulla corsia opposta e Ronaldo centravanti, ruolo che il lusitano non ha mai gradito più di tanto. A centrocampo Kovacic non è mai riuscito a trovare il giusto compromesso tra qualche buona accelerazione e una confusione tattica costante, mentre Kroos e Modric sono apparsi stanchi dopo le fatiche di Coppa.

Diverso lo 0-0 in cui è incappato l'Atletico Madrid. I colchoneros sono stati imbrigliati dal Submarino Amarillo di Marcelino, divenuto negli ultimi mesi squadra solidissima, nonostante il turnover effettuato per esigenze di Europa League (fuori Musacchio, Jaume Costa, Trigueros, Denis Suarez e Leo Baptistao). In un match molto tattico e poco spettacolare, sono stati però gli ospiti ad avere l'occasione migliore con Bakambu a metà ripresa, mentre gli uomini di Simeone non hanno mai trovato la giocata vincente, neanche con l'ingresso in campo dell'attesissimo ex Luciano Vietto. La sostituzione di Griezmann, diffidato e forse preservato per la Champions, ha poi fatto il resto, per una squadra che conferma una quadratura difensiva senza eguali nel panorama spagnolo ma che fatica enormemente a trovare la via della rete contro avversari di pari livello. Il derby di sabato sarà quindi una sorta di "fuori i secondi", anche se la pressione rimane tutta sul Real, costretto a vincere per mantenere qualche speranza di titolo, mentre all'Atletico continuano a ripetere che l'obiettivo dei colchoneros rimane il terzo posto. Entrambe le squadre dovranno sperare in un passo falso del Barcellona, impegnato domenica sera al Camp Nou contro il Siviglia, in un match che costituirà la riedizione dell'ultima Supercoppa Europea e l'antipasto della prossima finale di Copa del Rey. In mezzo, per Barça e Atleti ci sono gli ottavi di andata di Champions, con le due trasferte di Londra sponda Arsenal e di Eindhoven contro il PSV. Già, la Champions League. Chissà se da lunedì prossimo non diventi proprio la Coppa l'obiettivo dichiarato dei due club di Madrid, con altri derby (non solo in riva al Manzanarre) ad accendere la primavera delle grandi di Spagna.