A distanza di un mese dall'esonero, Rafa Benitez torna a farsi sentire in pubblico. Dopo aver lasciato il Real Madrid con una lettera di saluti e auguri di circostanza, il tecnico spagnolo è intervenuto sulla sua esperienza come allenatore della Casa Blanca commentando in televisione per BT Sports l'esito della gara d'andata degli ottavi di finale tra i merengues e la Roma disputatasi ieri sera allo stadio Olimpico.
Stavolta non è un Benitez conciliante quello che rievoca la sua (breve) avventura da tecnico del Real. Anzi, l'ex Liverpool, Chelsea e Napoli lancia bordate contro Florentino Perez, ritenuto il principale responsabile dei problemi patiti dai blancos nelle ultime stagioni: "Il mio assistente Fabio Pecchia mi ha sempre detto che c'era una pressione costante del presidente nei miei confronti. Era sempre in giro, parlava con i giocatori, con la stampa - le parole del tecnico riportate da Marca - il fatto che fosse sempre non giro non era facile per me, soprattutto perchè ho allenato in Inghilterra e ho molta esperienza. Ripeto, non era facile vedere il presidente parlare ogni giorno con giocatori e stampa. Per vincere ad alti livelli bisogna esseri consistenti, continui. Ovviamente lo stesso concetto vale per la Liga, dove c'è da lottare contro il Barcellona, che ha un suo stile e un proprio modello di calcio. Il Real invece cambia allenatore ogni anno ed è sempre costretto a ricominciare da capo. E' questo il motivo per cui nelle ultime sette stagioni il Barcellona ha vinto cinque volte la Liga, mentre il Real solo una volta, come l'Atletico. Il Barça ha disputato sei finali negli ultimi otto anni e ha vinto il doppio, anzi forse più del doppio, dei titoli del Real Madrid da quando c'è questo presidente".
Alla domanda relativa alle cause di questa situazione creatasi intorno al club del Santiago Bernabeu, Benitez non si lascia sfuggire l'occasione per fornire la sua versione dei fatti: "E' qualcosa di difficile da spiegare. Non è facile sapere esattamente cosa è successo al Madrid in questi ultimi anni. Avete visto tutti allenare Camacho, Del Bosque, Pellegrini, Mourinho, Ancelotti...Non è facile essere il tecnico del Real. L'allenatore deve essere perfetto, se qualcosa va storto, o il presidente pensa che le cose vadano male, allora si è nei guai. Io e il mio staff stavamo facendo un buon lavoro, stavamo migliorando con il passare del tempo. Credo che abbiamo fatto molto bene, ma i tifosi sono sempre stati un po' nervosi, così come il presidente. Perciò hanno scelto di cambiare allenatore".
Le parole di Benitez sulla gestione del Real Madrid da parte di Florentino Perez sono condivisibili. La Casa Blanca è diventata negli anni un club a porte girevoli, non solo per i giocatori ma anche per gli allenatori. Però il buon Rafa interviene con colpevole ritardo sulla questione, in quanto non meno di due mesi fa assicurava di essere certo che fosse "in atto una campagna di stampa contro il presidente". Finchè è rimasto sulla panchina del Bernabeu, il tecnico spagnolo ha sposato completamente la linea di difesa mediatica di Perez, salvo rinnegarla ora che è stato scaricato in modo brusco. Fonti vicine a Benitez lo hanno più volte descritto come estremamente deluso e soprattutto sorpreso per l'esonero avvenuto ai primi di gennaio, proprio perchè Rafa si sentiva protetto e appoggiato dal presidente. Ma la sorpresa dell'ex tecnico del Real è un'aggravante a suo carico, perchè rende manifesto che Benitez non fosse consapevole di ciò che gli accadeva intorno. Proprio per la sua grande esperienza, Rafa non poteva non sapere a quale destino sarebbe andato incontro in caso di rottura con lo spogliatoio e di risultati altalenanti. E nella sua ricostruzione manca ogni riferimento al Clasico, perso in maniera inaccettabile per 4-0 al Bernabeu, che a novembre sancì definitivamente la fine di ogni rapporto con l'intero ambiente madridista.