Sedici gol fatti e uno subito. Questo il bilancio delle tre partite casalinghe del nuovo Real Madrid di Zinedine Zidane, tornato di colpo ad essere una macchina offensiva con pochi eguali nel panorama calcistico internazionale. D'accordo, gli avversari (Deportivo, Gijòn ed Espanyol) non erano esattamente irresistibili, ma la facilità con cui i blancos hanno collezionato reti al Santiago Bernabeu può indurre la aficiòn merengue a un po' di ottimismo in più rispetto a un mese fa, quando l'ambiente era lacerato dalle polemiche intorno a Rafa Benitez. 

Neanche un mercato sostanzialmente fermo, nonostante lo stop della FIFA - prima sbandierato e poi revocato come sospensione cautelare - ha placato gli entusiasmi dalle parti di Valdebebas, dove si sono rivisti sorrisi e accenni di risveglio anche da giocatori non propriamente coinvolti nel progetto tecnico precedente. E' il caso di James Rodriguez, tornato protagonista per l'assenza di Bale con due assist e un gol nelle ultime due partite, di Isco, ora punto fermo del centrocampo a tre del tecnico transalpino, e di Dani Carvajal, nuovamente capace di arare la fascia destra con costanza e lucidità, relegando in panchina il costoso brasiliano Danilo. Anche Cristiano Ronaldo, al netto di qualche incertezza dovuta a una condizione atletica non al top, ha ripreso a segnare con regolarità, al punto che ora il portoghese è in piena bagarre per il premio di Pichici insieme a Luis Suarez del Barcellona. La classifica vede adesso il Real distanziato di quattro lunghezze dai catalani (che devono sempre recuperare un turno di campionato contro lo Sporting) e di una dai cugini dell'Atletico, incappati in due giornate storte che ne hanno frenato la corsa, facendo racimolare solo un punto agli uomini di Simeone (con un solo gol all'attivo peraltro, quasi a sottolineare la differenza del momento). I blancos sembrano inoltre riuscire a sfruttare al meglio l'assenza dei match infrasettimanali di Copa del Rey, che stanno invece sottraendo energie preziose soprattutto ai blaugrana, unici tra le grandi di Spagna a essere rimasti in corsa su tre fronti (oltre al Siviglia, che però ha fallito la qualificazione agli ottavi di Champions e si ritrova ora davanti a una nuova avventura in Europa League).

In questo contesto il Madrid si prepara ad avvicinarsi al derby del Bernabeu del 27 febbraio, primo test probante per il nuovo corso della Casa Blanca. Il calendario fino alla sfida con i colchoneros non è proibitivo, anche se le insidie rimangono dietro l'angolo, soprattutto considerando il rendimento esterno del Real durante tutto l'arco della stagione. Domenica sera Benzema (che continua a timbrare il cartellino con regolarità impressionante) e compagni saranno di scena in Andalusia, a Granada, in una partita sulla carta tutt'altro che impossibile. Poi ci sarà la sfida casalinga contro l'Athletic Bilbao, in ascesa nel 2016, prima della trasferta di Roma in Coppa. L'ultima fermata verso il derby sarà infine quella de La Rosaleda di Malaga, altra squadra in recupero dopo un avvio di campionato sciagurato. Non molto diverso il cammino che attende l'Atletico, impegnato nel prossimo turno contro l'Eibar al Vicente Calderòn, poi atteso alla trasferta sul campo del Getafe e infine sfidato nel fortino di casa dal Villarreal delle sorprese di Marcelino. La settimana del derby vedrà i colchoneros volare in Olanda per giocarsi l'andata di Champions contro il PSV Eindhoven, con la gara del Bernabeu programmata a meno di 72 ore di distanza, per una scelta che ha già fatto imbafulire Simeone e soci. A fine mese ne sapremo certamente di più sullo stato di salute delle due rivali, che si giocheranno in questo febbraio la candidatura come sfidante più accreditato al Barcellona, attualmente primo in Liga e con un voglia matta di trovare una fuga che renderebbe un po' meno infuocato il Clasico del Camp Nou del prossimo marzo.