Il fallo di Filipe Luis ai danni di Leo Messi alla fine del primo tempo del big match della ventidueesima giornata di Liga tra Barcellona e Atletico Madrid potrebbe aver rappresentato una svolta nella stagione dei colchoneros. In controllo per buona parte della prima frazione, gli uomini di Simeone avevano difeso bene il vantaggio fino all'azione alla mano che aveva portato al gol della Pulce, e stavano provando a riordinare le idee dopo lo svarione difensivo commesso sulla rete del raddoppio dell'infallibile Suarez.
Poi quell'aggressività caratteristica delle squadre del Cholo, che in molti hanno spesso esaltato come chiave dei successi dell'Atletico, è andata oltre ogni logica, con Filipe Luis a entrare a gamba tesa sul ginocchio di Messi, per la furia di Luis Enrique, entrato addirittura in campo per lo sconcerto e il timore di un grave infortunio al suo fuoriclasse più acclamato. Gesto estemporaneo, intervento folle, corto circuito del terzino brasiliano: varie le definizioni utilizzate dalla stampa per descrivere il fallaccio che ha cambiato la partita più attesa di questa fase di Liga. Eppure non si può espungere quell'intervento dal contesto in cui è avvenuto: la ferocia agonistica dell'Atletico era già arrivata al limite della correttezza calcistica e regolamentare, al punto che anche Diego Godin era già stato ammonito per un colpo rifilato al connazionale Suarez. L'espulsione di Filipe Luis è avvenuta infatti in un clima da corrida, probabilmente instaurato in maniera non volontaria dai giocatori di Simeone, ma frutto di un'eccessiva foga nel disputare una partita così importante. L'arbitro Undiano Mallenco non ha potuto far altro che estrarre il cartellino rosso per l'esterno brasiliano e mandare in tutta fretta le due squadre negli spogliatoi, prima che si arrivasse allo scontro anche tra i componenti delle due panchine (con il preparatore atletico dei colchoneros, el Profe Ortega tra i più esagitati nella gazzarra intorno alla linea laterale).
Il tutto è stato poi replicato con la seconda ammonizione di Godin, entrato a falciare in maniera inaccettabile un Suarez che stava peraltro uscendo dall'area di rigore. Stavolta l'atteggiamento di "noi contro il mondo", tanto caro a Simeone e al suo ambiente, è stato controproducente per l'Atletico, ritrovatosi in nove e non più in grado di giocarsi una partita nella quale avrebbe avuto invece ancora chances di fare risultato. Un vero e proprio calcione al campionato, in un momento particolarmente critico dalla stagione, dopo l'eliminazione in Copa del Rey per mano del Celta Vigo e il pareggio della settimana precedente contro il Siviglia. Un'occasione sprecata che in riva al Manzanarre potrebbero rimpiangere a lungo, anche perchè ora i cugini del Real si sono portati a tiro (47 punti contro 48) e anche il Villarreal dista solo quattro lunghezze. A completare il pomeriggio disgraziato del Camp Nou l'infortunio ad Augusto Fernandez, arrivato poche settimane fa dal Celta per rimpiazzare Tiago e già messo da Simeone al centro del campo. L'argentino è andato k.o. dopo aver tentato di recuperare un pallone in estirada a metà del secondo tempo, e subito si è intuito che il suo non sarebbe stato un infortunio da poco, per la reazione dello stesso giocatore ex River e di compagni e avversari (su tutti il connazionale Mascherano, che ha provato a rincuorarlo mentre usciva dal campo in barella). La diagnosi è stata infatti di rottura parziale del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro: due mesi di stop e addio alla fase cruciale della stagione.
Ora Simeone dovrà decidere se buttare dentro il giovane Matias Kranevitter, o affidarsi ancora all'esperienza di Gabi, all'estro di Saul o all'esuberanza di Thomas. Resta infine irrisolto il problema dell'attaccante da affiancare a Griezmann. Al Camp Nou la soluzione era stata trovata schierano il belga Ferreira Carrasco, bravo a fluttuare tra il ruolo di esterno offensivo e quello di seconda punta. Con Fernando Torres e Correa out, la scelta non è ricaduta su Jackson Martinez, vero e proprio flop del mercato estivo, mentre per il baby Luciano Vietto ci sarebbe stato spazio nella ripresa se la gara fosse proseguita in parità numerica. Già, perchè quel cartellino rosso sventolato in faccia a Filipe Luis ha scombinato i piani dei colchoneros, ora costretti a rivedere parte delle proprie strategie a breve termine.