Certi amori... finiscono, anzi non iniziano mai. E' la storia di Rafa Benitez e del Real Madrid, che dopo mesi di tensioni, malumori, polemiche, decisioni prese e poi smentite, si separano anzi tempo, prima del previsto, molto prima.
La decisione che ha spodestato Rafa dalla panchina delle Merengues è stata presa all'indomani del pareggio, per alcuni versi sciagurato, al Mestalla di Valencia. Una partita combattuta, tosta, che il Real ha giocato anche con l'handicap dell'uomo in meno. Una partita che racchiude in se tutti gli errori commessi dal Real Madrid e del suo ormai ex allenatore.
Par capire cosa è successo davvero però, è doveroso partire dal principio di questa storia senza lieto fine. E' apparso chiaro a tutti che per sostituire Carlo Ancelotti sulla panchina del club più famoso al mondo, Florentino Perez avesse in mente un altro prototipo di allenatore. L'addio dell'italiano, ben voluto dai tifosi, ha scatenato la caccia al successore di Re Carlo, culminata, forse troppo frettolosamente nell'annuncio di Rafa Benitez. E' giugno.
Sembra tutto ok; Rafa e la squadra si incontreranno a breve per preparare l'International Champions Cup, e neanche le polemiche scatenate dai tifosi, scontenti per l'arrivo di Rafé, sembrano turbare Perez. E invece, i primi scricchiolii sono dietro l'angolo. Non passa molto prima di capire che tra Benitez e la parte forte dello spogliatoio Blancos non c'è feeling. Con Cristiano Ronaldo si parla di una lite già alle prime sgambate sotto la gestione di Rafa. "Con Benitez non vinceremo mai nulla", pare abbia detto CR7 dopo una settimana di allenamento con il nuovo allenatore. I giornali iniziano a speculare, qualcuno parla di un diverbio anche con Sergio Ramos, e l'ipotesi di un addio di Cristiano Ronaldo inizia a prendere sempre più consistenza. E' luglio.
Di ritorno dal viaggio intorno al mondo, il Real si difende dagli attacchi dei media e in una conferenza stampa indetta da Perez smentisce ogni voce relativa all'operato di Benitez e alle presunte liti tra staff e giocatori. Qualcosa bolle in pentola, ma ormai il campionato è alle porte e non c'è più tempo per tornare indietro. La stagione inizia con un brutto presagio: lo 0-0 in casa con il Gijon scatena i primi fischi dell'aficion merengues e allo stesso tempo insinua i primi dubbi nella mente di Perez. E' agosto.
Il mese successivo si apre con la beffa De Gea, portiere fortemente voluto da Benitez, il cui trasferimento salta a pochi istanti dalla chiusura del calciomercato. Intanto il Real, seppur con un gioco minimo inizia ad incamerare punti in classifica. Ronaldo però non è soddisfatto, e il suo malumore si ripercuote sul campo dove resta a secco di reti nelle prime 3 giornate. E' settembre.
Con le settimane, il Madrid si fa apprezzare soprattutto per le sue doti difensive. Nelle prime 10 giornate i blancos subiscono pochissimo e complici gli inciampi del Barça, volano in vetta alla classifica. Nonostante i risultati, le tensioni all'interno dello spogliatoio salgono vertiginosamente, causando una profonda divisione tra i giocatori. E' l'origine dei mali che qualche mese più tardi costerà la panchina a Benitez. E' ottobre.
Ci avvicianiamo al giorno del Clasico, ma in casa Real Madrid la situazione non è delle più serene. Dopo Cristiano Ronaldo, ora anche Bale, James Rodriguez e Isco sembrano essere ai ferri corti con Rafa. La causa delle incomprensioni starebbe nell'esasperato integralismo dell'allenatore incapace di metere a proprio agio i campioni del reparto avanzato. A pagarne le conseguenze sono i due fantasisti, spesso schierati fuori posizione, o addirittura estromessi dall'undici iniziale. Bale gioca, ma il ruolo del gallese resta un mistero anche per gli occhi più allenati: Trequartista, Prima punta o Esterno? Benitez lo alterna nei tre ruoli, finendo per destabilizzare il gallese e i suoi compagni d'attacco.
Intanto arriva il Clasico, e Benitez nella conferenza della vigilia dichiara di avere i favori del pronostico. Sarà un gravissimo errore di strategia che costerà a Rafa una pioggia di fischi all'indomani. Il Barça infatti, impartisce una lezione di calcio ai padroni di casa, umiliati di fronte al pubblcio madrileno con un rotondo 0-4. Qualcosa si spezza in modo definitivo. E' novembre.
Siamo vicini all'epilogo, quando all'indomani del Clasico iniziano a rincorrersi le prime voci di esonero. Benitez resta affannosamente sulla panchina, ma ormai lo spogliatoio non lo segue più. Perez è costretto all'ennesima conferenza straordinaria. Stavolta l'intervento del presidente, anch'esso contestatissimo, serve per sedare le voci di una separazione da Benitez che invece appare inevitabile. Le larghissime vittorie in Champions League (8-0), e Liga (10-2), non servono per sanare le ferite di una convivenza forzata. Neanche la breve pausa natalizia restituisce armonia all'interno di un gruppo nauseato dai modi di fare di Rafa, che non perde mai l'occasione per scaricare le colpe nei confronti dei media. Appena dopo natale, il Real viene sommerso dai fischi del bernabeu, ma ottiene comunque una vittoria con la Sociedad. E' l'inizio della fine.
L'anno nuovo spinge il Madrid al Mestalla, dove Benitez ha lasciato due titoli di Liga e una Coppa Uefa. Sarebbe il teatro giusto per la svolta, ma Il Real scivola sulle ali di un pipistrello ferito, racimolando solo un 2-2. Non basta. Per Rafa è il capolinea.
Ora toccherà a Zinedine Zidane rimettere assieme i cocci di uno spogliatoio disorientato, pieno di gelosie ed incomprensioni. Non sarà facile, ma un campione come Zizou, alla prima vera panchina della carriera, potrebbe essere la figura giusta per far dimenticare una storia d'amore mai sbocciata.