La domanda che un po' tutti, tra i tifosi del Real Madrid, si scambiavano ieri sera tra loro nel post-conferenza stampa di Florentino Perez era sostanzialmente la stessa: "Perchè? A cosa è servito questo richiamo - una sorta di statement, per dirla in termini anglosassoni - inviato a tutto il madridismo?". Chi si attendeva un siluramento immediato di Rafa Benitez dopo il sacco del Bernabeu avvenuto nel Clasico, sarà rimasto sicuramente deluso dalle parole di Florentino, che ha confermato fiducia e sostegno al suo allenatore, dopo aver garantito che lo stesso dispone di "pieni poteri".
La conferenza stampa di Perez sembrava inizialmente vertere sui problemi tecnici della squadra, sui rapporti tra spogliatoio e Benitez, sulla disfatta con il Barcellona, ma in realtà l'incontro con i giornalisti di Madrid si è trasformato ben presto in tutt'altro. Florentino ha immediatamente contraddetto se stesso, prima facendo un punto della situazione piuttosto vago, poi sostenendo che in fondo si era trattato solo di una partita - per quanto mal giocata dai merengues - rispetto alla quale le reazioni della stampa erano state "sproporzionate". E allora perchè convocare i giornalisti se il tonfo non era stato così clamoroso e nulla c'era da dire se non di non disturbare il manovratore? Il presidentessimo ha infatti approfittato dell'occasione non solo - e non tanto - per confermare Benitez (scelto in estate e al momento intoccabile per non sconfessare una decisione ancora molto discussa), quanto piuttosto per difendere la propria posizione contrattaccando, un po' come avrebbe voluto fare il suo Real in campo contro i blaugrana. Dopo aver dichiarato che ormai "tutti credono che sia in atto una campagna della tifoseria" contro di lui, Perez si è scagliato a lungo contro la stampa di Madrid, in particolare contro un quotidiano - verosimilmente As - reo di voler sistematicamente destabilizzare l'ambiente di Chamartin, adducendo come esempio la notizia della fantomatica cena di giovedì scorso tra alcuni dirigenti del Psg e il procuratore di Ronaldo, Jorge Mendes.
Anche altri casi indicati dal presidente (il contratto di Benzema, l'intricato nodo Cristiano) hanno offerto l'occasione per attaccare la stampa, nella consapevolezza che la sua posizione come leader del Real è ormai sempre meno solida, nonostante le rassicurazioni sulle modifiche dello statuto sociale e la garanzia che non ci saranno a breve nuove elezioni. Perez si è trovato di fronte una platea che lo ha incalzato senza alcun timore reverenziale, ha risposto da politico navigato qual è, sostenendo che persino il coro "Florentino dimisiòn" proveniva esclusivamente dalla frangia più calda ed estremista della tifoseria blanca, quella che secondo lui non merita di metter piede al Santiago Bernabeu. A chi gli ha fatto notare che anche Ancelotti era stato confermato la scorsa stagione per poi essere esonerato a giugno, Florentino ha risposto con decisione, affermando che si tratta di situazioni diverse, in quanto le parole sul tecnico italiano valevano solo per una partita (il Clasico del Camp Nou di marzo, "pasa lo que pasa, serà el nuestro entrenadòr", ipse dixit), mentre per il buon Rafa adesso ci sarebbe un attestato di fiducia all'unanimità dell'intera giunta direttiva. Salvo però contraddirsi nuovamente, ammettendo di poter parlare solo per il presente, perchè del doman non v'è certezza. E poi la stoccata ad Ancelotti: "Il Real è alle prese con problemi che risalgono a gennaio", alla ricerca di quel colpevole che si voleva parodossalmente evitare di trovare.
La conferenza stampa di ieri è stata quindi un tentativo di Florentino di uscire dall'angolo in cui era stato messo da stampa e tifosi dopo le dèbacle del Clasico, additato come principale responsabile dei problemi della Casa Blanca. Il presidente ha reagito da par suo, scaricando velatamente su Ancelotti le responsabilità delle difficoltà tecniche della squadra, e individuando nella stampa di Madrid un elemento di instabilità semipermanenente, colpevole di aver inscenato una campagna mediatica di menzogne e falsità sul fantastico mondo merengue. Più che parlare ai tifosi, Perez ha parlato ai soci del Real, con l'intento di dimostrare loro che è ancora ben saldo sulla tolda di comando, allontanando le voci su modifiche antidemocratiche dello statuto di cui da tempo si parla nei corridoi del Bernabeu. Ma, al di là dei risultati della squadra, la sensazione è che Florentino non sia più intoccabile, e che il suo futuro alla guida del Madrid non sia così stabile come il presidentissimo vuol lasciar credere.