Cile-Uruguay, quattro giorni dopo, non è ancora finita. Già, gli strascichi e le polemiche del match dell'Estadio Nacional di Santiago si protraggono ancora oggi, soprattutto dopo la sentenza emessa in giornata dalla Federazione che gestisce l'organizzazione della Copa America (CONMEBOL) ai danni del difensore cileno Jara.
L'ufficialità è stata data dalla commissione disciplinare della sopra citata CONMEBOL che, facendo riferimento all'articolo 10 del codice federale che prevede da uno a 5 turni di stop per "aggressione fisica o verbale considerata grave", ha squalificato il difensore della Roja per ben tre turni, decretandone di fatto la fine della manifestazione.
Fatali a Jara sono state le immagini che lo inquadrano mentre provoca l'attaccante uruguaiano Cavani fisicamente oltre che verbalmente. Riguardo queste ultime, però, le frasi sono ancora da confermare. Mario Rebello, assistente di Oscar Tabarez, ha affermato che Jara avrebbe ricordato al Matador la spiacevole situazione del padre, arrestato dopo aver provocato un incidente stradale nel quale è deceduto un diciannovenne: "Sei nervoso perché sai bene che si farà 20 anni di carcere".
Sandro Meira Ricci, arbitro del match, si è così difeso a 'Globoesporte': "Invece di prendersela con noi, se la prendano con Jara. Certi atteggiamenti dei calciatori superano il limite sportivo, il suo non è stato professionale. Se avessi visto qualcosa, avrei agito di conseguenza. Il mio arbitraggio? Per me è stato buono".
Per il momento la vicenda si chiude con la squalifica del difensore, che sicuramente non prenderà parte alla gara contro il Perù, e con ogni probabilità salterà anche l'eventuale finale qualora la Roja di Sampaoli dovesse arrivarci. Oltre al danno, dunque, la beffa, che ripaga Jara del bruttissimo gesto in campo e della encomiabile simulazione sul buffetto amichevole dell'ex attaccante del Napoli.