Addio, Brasile. O meglio arrivederci. Neymar saluta i compagni di viaggio di questa breve avventura cilena in Copa America e lascia il ritiro della Seleçao, criticando se stesso in primis per l'occasione persa dopo l'espulsione rimediata nella gara tra il suo Brasile e la Colombia e la successiva squalifica di quattro turni che gli costa l'addio dalla manifestazione.
"Ho perso un'occasione. Indipendentemente da dove sarò a partire da adesso, sarò sempre al fianco della Seleçao, tifando per il successo dei miei compagni". Queste le parole del talento della Seleçao e del Barcellona, che tramite social ha inoltre spiegato anche i motivi che lo hanno spinto a lasciare il ritiro: "Restare qui solo ad allenarmi mi avrebbe ucciso dentro. Senza nessuna allegria. Ora è arrivato il momento di riposare la mente e pensare alla mia famiglia. Prima avevo la speranza di poter giocare di nuovo, adesso non più. Questo mi deve servire da insegnamento".
Decisione che farà discutere in patria e non solo. L'asso della squadra abbandona i compagni al proprio destino, con il gesto che potrebbe sembrare giusto da una parte, quella del Neymar giocatore che si allenerebbe senza alcun senso, ma anche sbagliata, togliendo al gruppo un tassello fondamentale in campo come nello spogliatoio.
L'importanza del Neymar calciatore era altrettanto fondamentale come quella dell'uomo squadra, soprattutto perché capitano della squadra oltre che catalizzatore dell'attenzione mediatica che accentrava spesso su di sè l'attenzione. Adesso che non ci sarà più la critica potrebbe essere più aspra per la squadra di Dunga, che potrebbe risentire ancor più della sua assenza.
Era così necessario abbandonare la nave così presto? Forse per il resto della Seleçao potrebbe essere un bene, considerando che i giocatori saranno chiamati a prendersi in campo e fuori le proprie responsabilità, facendo quadrato attorno alla squadra, senza avere la scusante di un capro espiatorio in caso di fallimento.