Con le gare del terzo turno del girone eliminatorio disputate ieri in Cile, si sono delineate le posizioni definitive nella classifica del gruppo B della Copa America 2015. In un raggruppamento che alla vigilia presentava più di un'incognita, le gerarchie individuate all'inizio della competizione sono state sostanzialmente rispettate. L'Argentina di Leo Messi (ma anche di Aguero, Higuain e Di Maria) ha chiuso con il primato a quota sette punti, laddove il Paraguay ha soffiato il secondo posto ai rivali storici della Celeste, costretta ad avvalersi della regola delle migliori terze per accedere al turno successivo. Come da pronostico la Giamaica si è rivelata invece la cenerentola del torneo, totalizzando un inequivocabile zero alla voce punti e gol realizzati.
In casa Albiceleste fanno discutere le dichiarazione del commissario tecnico Martino che ha ammesso che "il secondo tempo della partita contro i giamaicani è stato noioso, caratterizzato da un possesso palla sterile e lento", dando ulteriore adito alle critiche della stampa argentina, molto esigente nei confronti della Selecciòn. "In questa Copa America stiamo sprecando troppe occasioni da rete - ha continuato el Tata - ed è inaccettabile che ciò accada quando in campo ci sono campioni di livello internazionale. Ci manca in generale ritmo e una certa velocità nello sviluppo dell'azione". Messi e compagni hanno per ora offerto prestazioni da minimo sindacale, prive di guizzi e imprevedibilità, con i soli Aguero e Higuain in grado di dare la scossa a una nazionale dall'enorme talento, al punto da essere considerata la grande favorita per la vittoria finale. Le vere note liete sembrano giungere dalla compattezza del reparto difensivo, e in generale dall'organizzazione complessiva dell'Albiceleste, tratto distintivo di tutte le squadre allenate da Martino. La speranza nel ritiro della Selecciòn è che negli scontri ad eliminazione diretta possano accendersi i tanti campioni presenti tra i convocati, adeguatamente stimolati dalla possibilità di ottenere un titolo che manca da tempo nella bacheca della propria nazionale. Difficile invece stabilire che gara attendersi nei quarti di finale (programmati per il 26 giugno a Vina del Mar), in quanto tutto dipenderà dall'esito del girone C, in cui l'incertezza circa il passaggio del turno regna sovrana.
Come seconda del gruppo B si qualifica invece il Paraguay del c.t. Ramon Diaz, una volta di più dimostratasi squadra ostica da affrontare, incapace di offrire spettacolo, ma estremamente pratica. Con Ortigoza in mezzo al campo, l'Albirroja ha vestito i consueti panni della squadra di garra, sfruttando la bravura nei calci da fermo (vedi il gol di Lucas Barrios che ha sancito il pareggio nel derby con l'Uruguay) e un'asfissiante aggressività in tutte le zone del campo. Squadra fisica, il Paraguay non sembra disporre del talento necessario per arrivare fino in fondo alla Copa, ma non sono da escludere eventuali sorprese, tipiche di un torneo di fine stagione in cui le energie sono ridotte al lumicino. Come l'Argentina, anche il Paraguay attende di conoscere la propria sfidante nei quarti di finale, la prima qualificata del gruppo C. In caso di scontro con Brasile o Colombia, l'Albirroja partirebbe automaticamente da sfavorita, mentre potrebbe avere invece i vantaggi del pronostico contro Venezuela o Perù. In ogni caso, Diaz e i suoi sono già proiettati verso il Municipal di Concepciòn, dove è prevista la disputa del loro quarto di finale.
L'Uruguay terza classificata è, a detta dello stesso maestro Tabarez, una delle delusioni di questo inizio di torneo. La Celeste è praticamente la stessa squadra dal 2010, salvo le assenze per sopraggiunti limiti di età di Lugano e Forlan e quella, per squalifica, di Luis Suarez. La nazionale uruguayana sembra sempre più lenta e prevedibile, con il solo Gimenez dell'Atletico Madrid a rappresentare la meglio gioventù del nuovo corso. I vari Rolan, De Arrascaeta e Sanchez non paiono infatti all'altezza della gloriosa storia della selezione di Montevideo, troppo acerbi per questi palcoscenici o semplicemente tecnicamente inadeguati. Tabarez deve assolutamente sperare che si svegli Edinson Cavani, sinora impalpabile e inconcludente in zona gol. La sfida di Santiago contro il Cile rappresenta al momento un ostacolo troppo difficile da superare, in virtù di una brillantezza e qualità complessiva troppo diversa. La Celeste vorrebbe evitare un altro k.o. con una potenza emergente del Sudamerica, dopo quello dell'anno scorso negli ottavi di finale del Mondiale brasiliano contro la Colombia di James Rodriguez, ma per farlo dovrà ancora una volta andare al di là dei propri limiti.
Molto diverse erano invece le prospettive della Giamaica del c.t. Schafer, chiamata a comportarsi degnamente in un gruppo in cui non aveva alcuna chance di qualificazione. Sotto questo punto di vista i reggae boys hanno assolto per intero il loro compito, distinguendosi per impegno e sacrificio, ed evitando goleade che avrebbero avuto il sapore dell'umiliazione. Ma il fatto che lo stesso Schafer si sia detto soddisfatto del rendimento dei suoi giocatori la dice tutta sul valore tecnico complessivo dei caraibici, che si sono comunque conquistati il rispetto degli avversari divenendo - stando alle parole dell'allenatore tedesco - "l'orgoglio della propria nazione".