Alle soglie della terza giornata della fase a gironi, ecco un bilancio sui giocatori che hanno saputo distinguersi maggiormente in questa prima parti di Copa América.
El KUN - L'Argentina è lanciatissima. Nonostante il pareggio deludente contro il Paraguay, la Selecciòn del Tata Martino, per la facilità di gioco dimostrata e per la qualità assoluta degli interpreti, è la stra-favorita per la vittoria finale. La sensazione che si ha quando gioca l'Albiceleste è che chiunque possa fare la differenza, da Messi a Di Maria, passando per Lavezzi, Tevez e Pastore. Nelle prime due gare, però, el Tata ha dato le chiavi dell'attacco al centravanti più forte d'Argentina, Sergio el Kun Agüero, che sta letteralmente trascinando i suoi. Dopo la tripletta in amichevole contro la Bolivia del Loco Soria, l'attaccante ex Independiente ha segnato una delle due reti messe a referto contro il Paraguay, e il gol vittoria contro l'Uruguay, un colpo di testa fulminante arrivato dopo taglio in area di grandissima intelligenza. Mezzi tecnici strepitosi, velocità bruciante e feeling appassionato con il gol: ecco l'uomo copertina di questa Argentina formato Copa América.
GUERRERO - Quattro punti su sei disponibili sono un buon bottino per il Cile, che si appresta a passare il turno anche grazie all'apporto del cuore della Roja: Arturo Vidal. Il personaggio è sopra le righe, e i folli avvenimenti degli ultimi giorni ce ne hanno dato l'ennesima riprova, ma in campo, quando deve combattere per il Cile, Vidal è l'elemento più importante in assoluto. In moto perpetuo, traboccante di personalità e indisposto alla resa: il numero 8 della Roja ha già messo a segno 3 reti in 2 partite, al netto di prestazioni da vero dueño del mediocampo. Oltre a uno spirito indomito, Vidal impone agli avversari un mix di tecnica e intelligenza a cui è difficile far fronte, e che sa tradursi in gol pesantissimi, due dal dischetto e uno su colpo di testa. I sogni del popolo cileno non possono non passare per i piedi del Guerrero.
REY SALOMON - Condivide qualche apodo con Vidal, come quello di Rey, o di Gladiator, ma i due giocatori in comune hanno anche il ruolo imprescindibile all'interno delle rispettive nazionali: José Salomon Rondon è il fulcro di questo Venezuela. Indomabile attaccante centrale, potente, abile e ancora 25enne, Rondon ha dimostrato di essere l'uomo da cui dipendono le speranze della hinchada venezolana. Unico vero riferimento offensivo dell'undici di Sanvicente, nell'indimenticabile impresa contro i rivali della Colombia ha retto il peso dell'attacco da solo, trascinando la squadra nelle ripartenze e segnando la rete dell'1-0 finale. La gara contro il Perù è stata segnata dall'espulsione di Amorebieta, e la mole di gioco offensivo della Vinotinto si è ridotta, ma nel match contro il Brasile, decisivo per emettere i verdetti del Gruppo C, El Gladiator tornerà nell'arena e guiderà i suoi uomini.
TORO - La spedizione messicana del Piojo Herrera è partita senza troppe pretese, visto il turnover di massa causa Gold Cup, ma si è tolta una soddisfazione importante: lo spettacolare pareggio per 3-3 contro i padroni di casa del Cile, ottenuto con una rosa di giovani promettenti e seconde linee. Il questo gruppo inedito, si è ritagliato un ruolo di leader il 33enne Matias Vuoso, attaccante nativo di Mar del Plata, in Argentina, reduce da una buona stagione al Chiapas. El Toro, com'è soprannominato il centravanti in patria, ha realizzato due reti nella gara contro la Roja, e i suoi tifosi sperano possa ripetersi contro l'Ecuador, portando al turno successivo el Tricolor.
CROCE E DELIZIA - Il Brasile non vive uno dei migliori momenti nella storia del proprio movimento calcistico: la Seleçao non sprizza talento come il passato, e si aggrappa visceralmente all'unico vero campione di questa generazione verdeoro: Neymar Da Silva Santos Junior. L'attaccante del Barça ha trascinato il Brasile con il proprio talento straordinario contro il Perù, decidendo il match con un gol e un assist ai limiti delle potenzialità umane. Nei novanta minuti di gioco contro la Colombia, si è visto un Neymar meno straripante del solito, e la follia dello scontro con Carlos Bacca lo allontanerà dal campo per la sfida decisiva contro il Venezuela. Sottratto da un appuntamento dal destino per la seconda volta consecutiva, sempre a causa della Colombia, in questo caso con una buona dose di irresponsabilità. Con la palla tra i piedi, O Ney non ha bisogno di descrizioni, basta ammirarlo, ma in questo caso il temperamento ha preso il sopravvento. Il Brasile lo aspetta, sperando nel passaggio ai quarti, dove ritroverebbe l'unico in grado di risollevare la Verdeoro da questo periodo di delusioni.
LA SORPRESA - La squadra che non ti aspetti, la Bolivia, guidata dall'uomo che non ti aspetti: Romel Quiñonez. Poritere 22enne, supera di poco il metro e ottanta, ma ha contenuto l'assedio dell'Ecuador con le proprie parate, tanto da essere eletto come figura del partido. Oltre al rigore parato a Enner Valencia, Quiñonez ha abbassato la saracinesca anche nel 0-0 contro il Messico, autore di tre gol contro i padroni di casa del Cile. Con sole due reti incassate in questa competizione, i guantoni firmati "Buffon" e tanta personalità, il giovane arquero si mette in vetrina e attende la chiamata di un club europeo. Già premiato come miglior calciatore del 2014 con il Club Bolivar, per Romel è il momento di spiccare il volo e giocarsi le proprie carte, in una Copa América sempre più imprevedibile.