C'è un'atmosfera strana a Madrid. Rafa Benitez, dopo il comunicato Real del mattino, annuncia in conferenza l'inizio della sua avventura a Madrid, il contorno è di primo piano, perché c'è Florentino, il Presidentissimo, l'uomo che ha cacciato Ancelotti e scommesso su Rafa, e con Florentino il fuoco amico e non della stampa. Lo sguardo dei presenti è interrogativo, in tanti dubitano della scelta Benitez, quasi tutti non concordano sulla cacciata di Carletto, ma la giornata è di festa e cosa significhi la panchina del Madrid lo dimostra il volto di Benitez, rigato da lacrime di commozione.
"È un giorno speciale: qui mi sento a casa, farò di tutto per tenere il Madrid in alto, prometto lavoro e dedizione, spero che la squadra giochi bene e vinca dei titoli".
Benitez si cala, con cautela, in una realtà ingombrante, il Real fagocita quasi tutto, a Madrid Mourinho si è scontrato col peso della storia, Ancelotti si è scoperto in bilico nonostante la Decima. Il fascino, lo scintillio dell'ambiente, può trarre in inganno, non è facile convincere il Bernabeu, resistere alla pressione Real. Lo spogliatoio rimpiange Ancelotti e Benitez riserva parole al miele al predecessore, come a De Laurentiis.
"È la squadra più forte che abbia mai avuto, cercherò di mettermi a disposizione del club e di sfruttare al massimo le qualità dei giocatori indipendentemente dal loro nome. Con una squadra del genere ovviamente la filosofia giusta è cercare di attaccare e fare tanti gol, indipendentemente dal sistema di gioco. Il fatto che i giocatori abbiano dimostrato tanto affetto a Ancelotti non mi imbarazza affatto: Carlo lo merita, e spero che un giorno esprimano lo stesso affetto per me".
Sull'ex Presidente "Lo ringrazio, avevamo parlato e deciso di separarci, ma prima di avviare contatti decisivi con il Real abbiamo aspettato la fine della stagione, proprio per restare concentrati su una partita che era importantissima".
Non manca l'incoronazione di Perez, Benitez torna a Madrid, Benitez torna a casa.
"Uno che ha respirato calcio, professionalità e madridismo fin da bambino. Bentornato a casa, nessuno meglio di te può capire che siamo e che cosa sentiamo".