Sabato prossimo sarà l’ottava finale di Copa del Rey tra Barcellona e Athletic club di Bilbao. Entrambe le due squadre sono le primatiste di trofei nel torneo, ventisei per i blaugrana, ventitré per i leones bachi. La prima finale tra le due squadre si giocò nel 1920, stadio “El molinón” di Gjión, due a zero per i catalani. In epoca recente Barcellona ed Athletic si sono ritrovati altre due volte in finale: 2008-2009 stadio "Mestalla" di Valencia, quattro a uno per il Barça; 2011-2012 in campo al “Vicente Calderón” di Madrid, tre a zero sempre per il Barcellona. In entrambe le occasioni andò in rete Leo Messi.
Il súper clásico di Copa del Rey è andato in scena già sette volte: quattro vittorie per il Barcellona, tre per l’Athletic Club che non vince la Coppa dalla stagione 1983-1984 proprio contro i catalani. Un super Zubizarreta che parerà anche l’imparabile, ma ai tempi Zubizarreta militava ancora nella squadra “nazionale” basca, prima del suo approdo nella capitale catalana. Uno a zero per l'Athletic. In realtà la partita non passerà alla storia come la vigésima tercera, e neanche come la partita del doblete dei baschi (già vincitore quell'anno di un epica volata in Liga.) La partita rimarrà legata a doppia mandata al giocatore più discusso della storia del calcio, nonché il genio del calcio mondiale, il più forte di sempre. Sarà quella che passerà alla storia come << La batalla del Bernabéu >> Inizierà tutto da Diego, finirà con una mega rissa in campo.
Diego non è ancora la mano de Dios, non è ancora quel fuoriclasse che in campo decide partite e guerre smarcandosi un’isola intera con tanto di sua maestà Elisabetta a seguito. Ancora non è l’oro di Napoli, il calciatore più forte che abbia mai solcato un campo di calcio. Diego, dopo la rivelazione del mondiale di casa Argentina ’78 e il mondiale di Spagna ’82 dove si arrese all’Italia campione del mondo, decise di tentare la scalata al calcio europeo firmando col Barcellona, nell'estate post-mondiale '82.
La prima stagione segnerà 11 gol in 20 partite di Liga, risultando decisivo in una vittoria al Bernabéu. Sono le prime rivelazioni di un campione che segnerà la storia del calcio mondiale. La seconda stagione con la camiseta blaugrana inizia male, ed è anche l’inizio di questa storia. Il 24 Settembre 1983 al Camp Nou va in scena il Barcellona contro l’Athletic Club. Il Barcellona vincerà quella partita quattro a zero, ma al minuto ’59 il difensore basco Andoni Goikoetxea farà un entrata killer sulla caviglia sinistra del Pibe de Oro. Maradona esce distrutto in barella, frattura del malleolo esterno e del legamento. I tempi di recupero erano previsti sui sei mesi, lui tornerà tre e mesi e mezzo dopo. Perché lui è Diego Armando Maradona, e ritornerà con una doppietta contro il Siviglia che permetterà al Barcellona di vincere tre a uno. Ma la stagione sarà inevitabilmente legata a quel infortunio. Maradona, nonostante non riesca a esprimersi ai livelli della stagione precedente, segnò 11 gol in 16 partite di Liga ma non poté contribuire appieno alla vittoria del titolo. Segnerà anche all'ultima giornata, uno a zero al Calderón, Barcellona campione di Liga al minuto '69 ma solo per un minuto. Il Barcellona arriverà terzo, un punto in meno dell’Athletic Bilbao campione.
Durante la semifinale di Copa del Re di quella stagione, Maradona perse le staffe contro il Las Palmas. Espulso, e un cartellino rosso che gli costa la finale. Ma la Federazione spagnola non è dello stesso avviso, decidendo di ritirare l’espulsione in modo da poter permettere a Maradona di giocare quella finale. Nel calcio d’oggi questo sarebbe illegale, come illegale sarà la partita.
Santiago Benabéu, 5 maggio 1984. La partita del rincontro tra Maradona e Goikoetxea. I giorni prima della finale furono preceduti da un inevitabile vespaio di polemiche, ovviamente alimentate da Diego che non è mai stato un giocatore capace di abbassare i toni. E’ el partido de la venganza, la vendetta di Diego. La rivalità tra le due squadre è ai culmini, la Spagna è ancora un paese che naviga senza bussola nei difficili anni della transizione democratica. Bernd Schuster, giocatore tedesco del Barcellona, battibeccherà tutto il tempo con il pubblico. Piove qualsiasi cosa dalle tribune, piove un barattolo in campo. Schuster lo prende e lo lancerà verso gli spalti. Dopo 14 minuti l’attaccante basco Endika segnerà l’uno a zero, Zubizarreta para e il Barça si arrende. Se Diego non può vendicarsi giocando in campo, cercherà sempre un modo per vendicarsi stando in campo. L’arbitro decreta la fine della partita e si scatena l’inferno.
Maradona corre verso il giocatore basco Miguel Ángel Sola e gli sferra un calcione in pieno costato, uno di quei calci che dava al pallone per sferrarlo in porta. Sola sarà costretto ad uscire dal campo in barella, mentre nel frattempo il rettangolo verde del Bernabéu diventerà una corrida. Pugni, schiaffi, spintoni, di tutto. Verranno tutti squalificati per qualche turno. Diego, invece, verrà squalificato tre mesi da tutte le competizioni spagnole, e data la mancata difesa del club catalano (perché Diego è questo, difenderlo anche se in torto) forzerà la cessione. Nell’estate del 1984 approderà a Napoli, ma come direbbe Federico Buffa: questa è un'altra storia. E che storia.
Barcellona e Athletic Bilbao saranno sempre accostate alla deplorevole rissa andata in campo quella sera. Nel corso dei decenni la rivalità tra le due tifoserie si è leggermente affievolita, complice la caduta dei baschi dall’èlite del calcio spagnolo. Sabato sera andrà in scena un'altra volta el clásico de copa, il Bilbao cercherà la vittoria, il Barcellona il secondo mattone del triplete. La partita del destino che allontanò Diego da Barcellona, perché il grande rammarico dei tifosi catalani rimase questo. Le cose migliori della sua carriera le farà con la camiseta albiceleste dell’Argentina, e quella azzurra del Napoli. Del Diego blaugrana ci si ricorderà solo di questo, ma decenni più tardi Barcellona si rifarà gli occhi con un altro argentino in campo. Lo stesso argentino numero 10, che sarà inevitabilmente l’uomo atteso del match di Sabato. Leo Messi, l'uomo più in forma del momento ha già segnato nelle due precedenti finali di Coppa contro l'Athletic Club. I tifosi del Barcellona sono sereni, il destino sa saldare i suoi conti.