L'ossessione di Florentino è sempre stata la décima. Dalla finale vinta contro il Bayer Leverkusen del 2002, al derby di Lisbona dello scorso anno sono passati 12 anni e due cambi presidenziali. Florentino tornò nel 2009 con Cristiano Ronaldo, Kakà e Karim Benzema cercando di ricostruire l'epoca de los Galacticos. La squadra venne affidata a Manuel Pellegrini, 96 punti in campionato non sufficienti a chiudere La Liga davanti al Barcellona di Guardiola. L'ossessione così si trasformò in José Mourinho, reduce dal triplete del Bernabéu. L'uomo giusto. The special One. L'esperienza di Mourinho a Madrid, trofei alla mano, è stata la peggiore della sua lunghissima carriera. Così lo scorso anno l'approdo di Carletto sul banquillo delle Merengues ha coinciso con la decima vittoria della coppa delle grandi orecchie. Il delirio. L'hombre del destino toccò l'apice verso la fine del 2014. 22 vittorie di fila, mondiale per club, distacco di 5 punti in campionato sul Barcellona. Poi qualcosa si è inceppato. Real fuori da tutto, mentre il Barcellona sogna el triplete. Florentino che anche quest'anno non ha badato a spese, 80 milioni per James Rodriguez e tanti per i baby Lucas Silva, Odeegaard, etc., non può essere soddisfatto. Una sola liga conquistata negli ultimi 7 anni, quella di Mourinho dei 100 punti per intenderci, non può bastare. E così ci si prepara all'ennesima rivoluzione in casa Real, con buona pace dei tifosi che un giorno contestano Carletto e il giorno dopo rifiutano l'idea Benitez.

Rafa Benitez. Un'esperienza quella di Napoli giunta al capolinea. L'uomo del dogmatico 4-2-3-1, si prepara come il candidato principale a succedere Rey Carlo. L'allenatore del Napoli iniziò la sua carriera da tecnico sulla panchina della seconda squadra del Real Madrid, il Castilla, nel 1996 e ha il vantaggio di essere spagnolo ma sopratutto Madrileño. Florentino si è lasciato sedurre dalla reputazione di Rafa di essere un leader dello spogliatoio, capace di saper usare il bastone e la carota con i suoi giocatori. Inoltre, dalla stampa spagnola, trapela che al presidente del Real non sia piaciuto l'attuale stato di forma del suo club, mentre le squadre di Benitez notoriamente esplodono nel finale di stagione. Una carriera di tutto rispetto quella di Rafa, capace di riportare il Valencia sulla vetta della Liga spagnola dopo trentun'anni di siccità. Era la prima stagione di Benitez alla guida dell'equipo Valenciano, dalla costa del Levante se ne andrà due anni più tardi dopo aver conquistato un'altra Liga e la Coppa UEFA. L'occasione della vita, allora, fu la chiamata del Liverpool. Paradossalmente, per un tecnico vincente come Benitez, la Liga del 2003-2004 fu l'ultimo campionato vinto da allenatore. Da quel momento in poi Rafa diventerà per tutti "L'uomo delle coppe" per eccellenza. Champions League nella notte folle d'Instanbul, conquistata con il Liverpool il quale porterà all'atto conclusiva della Champions anche nel 2007, sempre con i Reds anche una supercoppa Europea, una FA Cup e una Community Shield; Europa League con il Chelsea; un mondiale per club con l'Inter, che sancì la rottura definitiva tra l'allenatore spagnolo e il presidente Moratti con il celebre sfogo di Benitez nel postpartita; due supercoppe italiane conquistate con Inter e Napoli e una coppa Italia vinta con gli azzurri di Castelvolturno.
Tanto in Spagna come in Italia, la trattativa si da in fase avanzata. Quest'oggi Onda CERO, riportando la Gazzetta dello sport, ha parlato della rottura di un preaccordo tra Rafa ed il West Ham dando in dirittura d'arrivo la firma tra Benitez ed il Real già per la prossima settimana. Ma i tifosi dei blancos non sembrano allettatti dal poter perdere l'uomo della décima in cambio di Benitez. Se è vero che ora Florentino voglia ritornare a fare da padrone anche nel campionato spagnolo, ha senso affidarsi ad un allenatore che nel corso della sua carriera ha sempre ottenuto buone prestazione con le big, dilapidando campionati interi contro le cosiddette "piccole", praticando un turn-over sempre al limite dell'esagerazione?

L'alternativa viene dalla Germania e porta il nome di Jurgen Klopp. L'artefice del miracolo Borussia, dopo una stagione disastrata e al di sotto delle aspettative, ha già dichiarato che lascerà la panchina dei nerogialli al termine della Bundesliga. Inevitabile che il suo nome rimbalzi sulle panchine di mezza Europa. 2 titoli nazionali, due supercoppe di Germania, ma sopratutto una finale di Champions League (poi persa) contro il Bayern di Monaco che arrivò al culmine del miracolo Borussia Dortmund. Klopp seppe prendere una squadra di metà classifica nel 2008, e riportarla ai fasti dell'epoca degli anni novanta, plasmando giocatori scartati (Hummels), sconosciuti (Lewandowski e Kagawa) e baby stelle (Reus e Gotze) secondo un suo stile di gioco spumeggiante e offensivo. E la consacrazione di Klopp passò proprio dalla semifinale della Champions di due edizioni fa, con il Real di Mourinho completamente schiacchiato in terra tedesca. In più dalla parte di Klopp ci sono i presunti "rumors" spagnoli che vorrebbero il fido Reus pronto a vestire la camiseta dei blancos la prossima stagione, al posto del sicuro partente Bale.
Giorni fa in Spagna sono caduti nel tranello, o meglio nel tweet, della presunta "Radio Deuschtland" (rivelatosi poi un fake) che assicurava per conclusa la firma di Klopp con un contratto da 8 millioni a stagione fino al 2018. Secche le smentite di rito. Sempre in Germania, visto il probabile addio di Guardiola in direzione Manchester City, danno Klopp sulla panchina dei bavaresi dove ritroverebbe Lewandowski e Gotze. Il valzer degli allenatori è pronto a scendere in pista, bisogna solo capire cosa voglia questa volta Florentino. Ammesso che lui stesso lo sappia.