Il calcio spagnolo giunge al punto di non ritorno. La notizia di uno scontro frontale tra la FEF, la Federcalcio Spagnola, e il governo era nell'aria da tempo, ieri l'ufficialità. In Spagna, il pallone non rotolerà più, dal 16 maggio. Sciopero assoluto, dalla Liga fino alle serie minori, a qualsiasi livello.
A rischio quindi il finale di stagione, le ultime due giornate di campionato. Anche la finale di Coppa del Re, tra Barcellona e Bilbao è in attesa di giudizio. Una situazione apocalittica che vede al centro del contendere la nuova distribuzione dei diritti televisivi, approvata dal governo sul finire del mese di aprile.
Un accordo comune tra Federcalcio, giocatori, allenatori, arbitri, per minare la decisione proveniente dalle alte sfere, un messaggio chiaro, mirato a cancellare o almeno modificare quanto sancito attraverso la legge.
Il rischio è tangibile ma la porta è aperta, è atteso infatti un dialogo chiarificatore per trovare un punto d'incontro e scongiurare l'ipotesi più estremistica di una chiusura anticipata.
La distribuzione dei proventi oltre il mondo del calcio non piace agli addetti ai lavori, che con un segnale forte alzano la voce. A Villar e Wert, Presidente Federale e Ministro dello Sport, il compito di scongiurare lo stop.
La Liga, dal canto suo, è in bilico, Real e Barca si giocano il titolo, ogni traguardo è ancora raggiungibile, si lotta per le posizioni di rilievo, come nei bassifondi, si può cancellare lo spettacolo in nome del denaro?