Alcune partite valgono molto più di tre punti, e non solo perchè sono degli scontri al vertice: conta vincere perchè spesso ci si gioca la stagione, o il posto in panchina in altri casi, ma soprattutto per la gloria, perchè ci sono partite che si odiano perdere. Il Clasico rientra sicuramente tra queste, e di certo possiamo ritenerci delusi da quanto messo in mostra questa sera da Barcellona e Real Madrid. Alla fine però può esserci un solo vincitore, e in questo caso a festeggiare sono i blaugrana: al Camp Nou è una festa tutta catalana, perchè il finale dice 2-1, per effetto delle reti di Mathieu, l'uomo probabilmente meno atteso della serata, e da Luis Suarez, che nella ripresa ha reso vano il momentaneo pareggio di Cristano Ronaldo. Una sfida splendida, spettacolare, giocata magari a ritmi non altissimi, anche se gli undici cartellini gialli possono far sembrare il contrario, ma che ha regalato comunque emozioni a non finire, e che poteva concludersi con molti più gol.
D'altronde, facile immaginare una sfida ricca di reti quando di fronte ci sono due attacchi che annoverano Bale, Benzema e Ronaldo da una parte e Neymar, Messi e Suarez dall'altra. Per i Blancos in campo anche i rientrati Pepe e Modric, elementi chiave per Ancelotti (che ora dovrà affrontare l'inferno della stampa madridista, oltre che alle mille voci di possibile esonero), che non poteva disporre di James Rodriguez e Coentrao, nemmeno in panchina. Dall'altra parte, tolto il lungodegente Vermaelen, l'assenza pesante è rappresentata da Busquets, giocatore chiave per le geometrie blaugrana, che non ha i 90 minuti delle gambe e deve partire dalla panchina. E così, avanza il Jefecito Mascherano a centrocampo, e in difesa trova spazio Mathieu. Destino?
L'inizio di partita è di marca catalana: la fiducia con cui stanno giocando in questo periodo i blaugrana di Luis Enrique si ritrova perfettamente in campo, dove l'intesa offensiva è altissima e il centrocampo fa alla grande da filtro, in particolare con Rakitic, presente e futuro di questa squadra. Il primo brivido vero però arriva all'11', ed è uno squillo quasi improvviso delle Merengues: Benzema temporeggia in area aspettando un movimento finchè vede quello di Cristiano Ronaldo sul secondo palo, e la palla telecomandata del francese viene deviata dal portoghese in spaccata sulla traversa. Cerca di alimentare l'offensiva Isco un paio di minuti dopo, col destro dal limite che termina fuori. Si chiude qui la prima parentesi offensiva del Real Madrid, e sale in cattedra il Barcellona, che trova il gol del vantaggio al 19' con l'uomo del destino, Jeremy Mathieu: Messi scodella al centro una punizione dal versante sinistro della trequarti, il francese salta in anticipo rispetto a Sergio Ramos, suo marcatore che se lo perde del tutto, e deve appena toccare la palla messa perfettamente al centro dalla pulce per correggere alle spalle di Casillas. Pochissimo dopo potrebbe addirittura arrivare il raddoppio immediato, ma Neymar tutto solo in area colpisce male e calcia di fatto addosso al portiere Blancos. Si riapre qui la seconda parentesi offensiva del Real, che a dirla tutta è “real” solo a tratti, solo che quando ingrana fa paura: dopo un paio di sortite (in particolare una con Marcelo che vede il suo tiro respinto ancora da Mathieu), arriva il gol del pareggio, che porta la firma di Cristiano Ronaldo, bravissimo a gettarsi in scivolata all'altezza del dischetto del rigore per mettere in porta la sponda deliziosa di tacco di Benzema. Subisce il colpo mentalmente il Barca, che rischia addirittura di andare sotto e viene graziato da un errore della terna arbitrale pochi minuti dopo il pareggio subito: cross al centro prolungato di testa da Ronaldo per Bale, che in scivolata sul secondo palo mette in porta la sfera, ma il guardalinee ha la bandierina alzata per un presunto fuorigioco del portoghese, molto dubbio. Il Ballon d'Or in carica prova a prendersi la sua rivincita con una sassata che vola a 120 km/h verso la porta, ma Bravo con uno splendido colpo di reni tocca la palla sopra la traversa, salvando i suoi e mandando le squadre a riposo in parità.
Sull'onda positiva della chiusura del primo tempo, il Real ricomincia il secondo tempo attaccando e rendendosi pericoloso con combinazioni che erano mancate negli ultimi tempi: dopo soli tre minuti è Benzema ad arrivare al tiro in area dopo un gran controllo orientato, ma Bravo è reattivissimo e respinge la conclusione ravvicinata del francese. La svolta probabilmente definitiva arriva al 56', quando la seconda parentesi offensiva delle Merengues si era chiusa da ormai qualche minuto: Dani Alves lancia lungo per Suarez, che fa un controllo da antologia e piazza il diagonale da dentro l'area con il destro, quasi spiazzando totalmente Casillas e realizzando lo splendido gol del 2-1 per il Barcellona. Il Madrid si spegne quasi del tutto, Ancelotti vede i suoi cercare combinazioni che non riescono più, soprattutto perchè la condizione di Modric non è perfetta, e non ci si poteva aspettare dal croato 90 minuti a intensità costante. Con il suo spegnersi, si spegne anche l'offensiva Madridista, e i blaugrana trovano anche ampi spazi: a metà secondo tempo è Neymar a infilarsi in un varco dopo un bello slalom, ma concludendo in maniera imprecisa. Lo stesso brasiliano ci riprova al 73', sciupando malamente un contropiede innescato dal duo Messi-Suarez, i migliori in campo della sfida. La pulce rischia anche di metterci la firma poco prima che il compagno d'attacco sciupasse l'occasionissima in ripartenza, con un marchio di fabbrica: il sinistro a giro. Stavolta però la palla fa solo la barba al palo. Nell'ultimo quarto d'ora si vedono tutti i cambi: Ancelotti prova a inserire Jesè per offendere di più, ma senza sbilanciarsi troppo, mentre Luis Enrique mantiene il modulo e fa solo rifiatare alcuni uomini. Le occasioni sono comunque ancora tutte dei padroni di casa, perchè il Madrid si spegne dopo il 77', quando Bravo mette in angolo un tiro deviato da Benzema. Diventa allora protagonista Casillas, chiamato in causa due volte a due parate difficili: prima è Jordi Alba a presentarsi in area dopo un assist meraviglioso di Messi e trovare sulla sua strada il capitano Merengue, poi lo stesso argentino ci prova in prima persona con il suo mancino, ma il suo nome a fine partita, nel tabellino dei marcatori, non risulta.
Il boato del Camp Nou al triplice fischio finale di Mateu Lahoz, che ha dovuto tirare fuori ben undici cartellini gialli ma che ha gestito alla grande la partita, più tranquilla sotto il punto di vista disciplinare rispetto al solito, significa molto di più di una semplice vittoria nel Clasico per il Barcellona: ora i punti di vantaggio sui rivali capitolini sono ben quattro, e con sole 10 partite al termine sembrano davvero tanti visti i ritmi infernali a cui viaggiano le prime della classe della Liga. O meglio, a cui viaggia la prima, che è blaugrana, ed ha conquistato il secondo round della partita dell'anno, vendicando il 3-1 subito all'andata.