Le immagini di Champions lasciano un'idea contrastante, il Barcellona, per un tempo bellissimo, si concede nel finale ai blu di Pellegrini, e l'istantanea di Messi, nervoso, dopo il penalty calciato male e ribadito peggio, testimonia l'accaduto. Il ritorno della Liga serve a confermare la forza del Barcellona, che comunque, in Coppa, dopo l'1-2, vede i quarti. Il Granada non è avversario di spessore, tutt'altro. L'occasione è propizia per ricucire il disavanzo dal Real, scappato nuovamente a più 4 dopo il tonfo catalano col Malaga, condizionato dall'imminente ritorno della Champions.
Missione compiuta, il Barcellona ne fa tre e sul foglio gara appone firme di prestigio. Il primo sigillo è di Rakitic, un colpo fortuito, favorito da una gestione discutibile della difesa di casa, il raddoppio di Luis Suarez, dopo un dialogo tra tenori con lo stesso Rakitic. Il rigore di Fran Rico restituisce pepe alla gara, poi Messi, ancora. Segna con disarmante continuità da qualche settimana e la Liga è di nuovo un campo a due, di qua Leo, di là Ronaldo.
Il Granada, prima vicino più volte al gol, con Javi Marquez e Jhon Cordoba, si arrende allo strapotere del Barcellona che, anche se talvolta quasi troppo bello, piacevole, per essere anche utile, si dimostra di categoria più alta. Luis Enrique torna a cedere al demone del turnover e lascia fuori tanti titolari, da Piqué a Iniesta, fino a Busquets. La giornata vive del ritorno di Xavi e della presenza, in difesa, di Bartra, causa lui il rigore del momentaneo 1-2.
Non paga dazio il tecnico spagnolo, il divario è evidente, almeno nei numeri, sul campo c'è equilibrio, perché il Barcellona tende pericolosamente ad addormentarsi, quasi sedotto dal suo stesso palleggio. Arriva comunque la vittoria e conta quello. 1-3, in attesa del Real.