Il 2013: l'anno degli scandali del calcio scommesse, in Italia così come in Inghilterra, l'anno delle spese folli del Real Madrid (100 milioni per il cartellino di Bale), l'anno della definitiva condanna in Appello di Luciano Moggi a 2 anni e 4 mesi per il suo coinvolgimento in Calciopoli, altra pagina nera del calcio nostrano, e l'anno dell'inchiesta dell'Unione Europea sul campionato spagnolo, la Liga. Il calcio mondiale quindi rischia seriamente di uscire con le ossa rotte da questo 2013. Annus horribilis che con ogni probabilità verrà ricordato più per gli scandali che i risultati ottenuti in campo.
Il campionato di calcio spagnolo, infatti, è finito nel mirino della Commissione Europea. Bruxelles ha annunciato nella giornata di mercoledì l’apertura di un’inchiesta su sette club della Liga, tra cui Real Madrid e Barcellona. L’accusa è quella di avere ricevuto aiuti di Stato illegali. Quattro di queste società – Real Madrid, Barcellona, Athletic Bilbao e Osasuna – sono state esentate dal governo spagnolo dalla misura che obbligava i club a trasformarsi in società per azioni. A tutt’oggi sono enti senza fini di lucro che godono di significativi privilegi fiscali.
L'inchiesta dunque cercherà, in primis, di chiarire se il Real Madrid, il Barcellona, l'Osasuna e l'Athletic hanno goduto di privilegi fiscali fin dal 1990 in quanto anziché diventare società per azioni (Sport limited companies ovvero sociedades anónimas deportivas) hanno conservato la veste di associzioni senza scopo di lucro. “L'effetto di tale esenzione è dato dal fatto che questi club godono di un'aliquota fiscale preferenziale del 25% anzichè del 30% applicabile alle imprese", sottolinea infatti la Ue.
A rincarare la dose ci ha poi pensato il Commisario europeo per la concorrenza Joaquin Almunia affermando che “i club di calcio professionistici dovrebbero finanziare costi e investimenti con una sana gestione finanziaria e non a spese dei contribuenti". Almunia ha poi concluso il suo intervento senza però svelare ulteriori dettagli sullo svolgimento dell'inchiesta: "La situazione delle società in difficoltà deve essere analizzata seguendo le linee guida europee per il salvataggio e la ristrutturazione. Vedremo come progredirà l’inchiesta e giungeremo ad una conclusione, per ora non voglio anticipare nulla”.
Ma andiamo avanti perché nel mirino della Commissione Europea sono finite anche le presunte condizioni di favore concesse al Real Madrid per l’acquisizione dei terreni per la costruzione del centro sportivo di Valdebebas: nel 1996 i terreni vennero valutati dal Comune 421mila euro, ma 13 anni dopo, quando il Real ha deciso di rivenderli, la valutazione è schizzata a oltre 20 milioni di euro.
E non è finita qui. Nelle mani della giustizia europea sono finiti anche Valencia, Elche ed Hercules. Infatti nel 2011 le tre società hanno ricevuto un prestito di 118 milioni di euro dalla Comunitat Valenciana. Soldi mai tornati indietro, con il governo locale che si è dovuto far carico del debito. Sempre Almunia, Commissario europeo per la concorrenza, ha poi precisato quelle che potrebbero essere le eventuali sanzioni nei confronti di questi club che potrebbe prendere l'Uefa: "Non sono Platini, quindi non so che cosa l'Uefa dovrebbe fare o farà. E' chiaro comunque che nel momento in cui verrà accertata la violazione lo Stato dovrà recuperare questi soldi dai club".
Ma i guai non sono solo per i club, anche per i giocatori. E che essi si chiamino Neymar o Messi suscita solo più clamore attorno a due vicende sulle quali nei prossimi mesi sapremo sicuramente di più. Dopo la denuncia al presidente del Barcellona Sandro Rosell in seguito alla confusa vicenda del trasferimento dell'asso ex Santos, che riprenderemo in seguito, due procure del Brasile e della Spagna sono intervenute in seguito a due distinte denunce e vogliono vedere se siano fondate, una di queste due denuncia è quella che coivolge direttamente il presidente del Barcellona. La prima, comunque è della società Sonda, proprietaria del 40% del cartellino di Neymar. Sostiene di dover avere altri 25 milioni di euro, in aggiunta ai 7 già ricevuti, perché sarebbe stata truffata.
Il calciatore, infatti, sarebbe costato non 57,1 milioni, ma 71,9. Della prima cifra, 40 andarono alla Neymar & Neymar, 9 al Santos, 7 alla Sonda e il resto a un'altra società. Ora la Sonda dice di avere scoperto che il prezzo reale fu un altro e di avere le carte che lo dimostrano. A conti fatti - compresi alcuni accessori -, e con i 32 di sua spettanza, si arriva a 104 milioni, cui si aggiungono i 90 (18 lordi all'anno per 5 anni) del contratto del calciatore, che percepisce 9 milioni netti a stagione. Un'operazione, quindi, da 194 milioni di euro. L'altra inchiesta, a Barcellona, l'ha determinata Jordi Cases, che accusa il presidente del Barca, Sandro Rosell, di ''appropriazione indebita'' perché avrebbe "distratto" 40 milioni. Cifre che, a quanto pare, quasi coincidono e il magistrato ha sollecitato più volte il Barcellona a consegnargli i documenti.
Ma per il Barcellona ci sono altri guai all'orizzonte. Jorge Messi è indagato per riciclaggio di denaro del narcotraffico e Leo è stato interrogato al proposito dalla Guardia Civil. Messi ha detto di non conoscere direttamente gli organizzatori, perché della cosa si occupa il padre, Jorge. Quest'ultimo sarà ascoltato a gennaio, quando tornerà dall'Argentina insieme al figlio.