Madrid non è piazza abituata alla calma piatta. Il Real è polveriera di stelle. Difficile anche per un mite come Ancelotti mantenere ordine e tranquillità in uno spogliatoio abituato a vivere nel subbuglio quotidiano di ego ridondanti. Ecco allora le prime crepe a scalfire le certezze delle merengues. La vittoria col Betis, in rimonta, sudata più del previsto, ha spento, in parte, gli eccessi di gioia ispirati da un pre-campionato di lusso. Il volto sorridente di Isco, talentino di casa Malaga, approdato a suon di milioni al Bernabeu, ha in parte offuscato i problemi di un Real apatico, lento, privo della necessaria velocità per scardinare un avversario modesto, ma ben messo in campo. Sono arrivati i tre punti e il Bernabeu ha tirato un sospiro di sollievo. Una giornata soltanto, ma ritrovarsi subito a rincorrere Messi e compagni sarebbe stato smacco non da poco. Tutti felici quindi. Non tutti. Non è passato inosservato il volto cupo di Iker Casillas. Simbolo blanco, leader della Spagna tritatutto di Del Bosque. Il capo della cordata anti-Mou. Relegato al ruolo di secondo lo scorso anno, dopo le continue, accese, discussioni col tecnico di Setubal, San Iker, com'è chiamato qui a Madrid, pareva pronto a indossare nuovamente i panni del capitano.

 

Sorpresa. Anche Ancelotti sceglie Diego Lopez e Casillas è costretto nuovamente a sedersi in panchina. Il nuovo corso del Madrid sembra partire senza il n.1. Niente polemiche sia chiaro. Non è uomo da sfuriate pubbliche o parole fuori posto Casillas, ma di certo non ha gradito. Poteva capire le scelte di Mourinho, che nel frattempo a Stamford Bridge osserverà interessato e sorridente, mal digerisce le idee di Ancelotti, con cui tutto pareva andar per il meglio. Comincia a balenare nella mente del galacticos Iker l'idea di lasciare Madrid, di salutare, dopo una vita, il Real. E lo scenario appare ancor più colossale, perché a pensare a lui sono proprio i nemici di Barcellona. Impossibile pensare a un Casillas blaugrana, eppure il Barca, che è alla ricerca di un sostituto per Victor Valdes, in scadenza a fine anno, ci pensa eccome. Difficile Perez possa accettare un simil colpo. Lui attento al confronto mediatico coi catalani, alla battaglia di mercato, quanto a quella di campo, non può certo permettere tutto ciò. Sullo sfondo intanto si alza la candidatura del Manchester United. De Gea voluto fortemente, dopo le ottime stagioni all'Atletico Madrid, convince il giusto e Moyes apprezza non poco Iker. La Premier è campionato che affascina, oggi, ben più della Liga, ridotta al duopolio Real-Barca. Toccherà a Casillas e al Real sedersi intorno al tavolo del potere e discutere. Magari basterà un semplice faccia a faccia col moderatore Ancelotti. Di certo un'altra stagione ai margini non fa per Iker.

 

Casillas, ma non solo. Un'altra nuvola ha coperto il campo d'allenamento di Valdebebas quest'oggi. Infortunio grave per Xabi Alonso. Rottura del quinto metatarso del piede destro. Tre mesi di stop. Stesso infortunio che ha tenuto lontano dai campi, a lungo, Marcelo lo scorso anno. Tegola non da poco. Infortunio da stress. Sempre in campo lo spagnolo nella passata stagione. Intoccabile per Mourinho, così come nella roja. Ora il fisico presenta il conto, salato. Non mancano le alternative in casa Real. Più spazio avrà il croato Modric, arrivato a peso d'oro dal Tottenham e poco impiegato finora, così come il giovane Illarramendi, uno dei nuovi gioielli di casa Perez, in luce all'Europeo Under 21. Potrebbe invece partire Di Maria, chiuso da mister 100 milioni, Gareth Bale. Non mancheranno di certo le offerte per un fuoriclasse come l'argentino. Al Khelaifi, da Parigi, è pronto a staccare l'ennesimo assegno. Cavani, Ibra, Di Maria e una serie di giocolieri sulla trequarti. A Blanc il compito di far coesistere un parterre con pochi eguali.