La storia di Cesare Benedetti è molto simile a quella di molti altri ciclisti, sempre a macinare chilometri su chilometri, in fuga oppure al servizio dei propri capitani. Da oggi, però, la storia di Cesare Benedetti avrà una pagina diversa da quella di tutti gli altri gregari come lui, la pagina della dodicesima tappa del Giro 102. Perché oggi Benedetti ha vinto la Cuneo-Pinerolo, una tappa che 70 anni fa, pur con un percorso totalmente diverso, consacrò agli annali del ciclismo una leggenda come Fausto Coppi, "Il campionissimo". Un gregario che vince la tappa dedicata al Campionissimo, questa è la magia di questa dodicesima tappa, che regala un sogno anche a un altro corridore, lo sloveno Jan Polanc, bravissimo a inserirsi nella fuga di giornata e arrivare al traguardo con un vantaggio che gli consente di strappare la maglia rosa al suo compagno di squadra Valerio Conti.
La corsa
Al via da Cuneo non ci sono Viviani e Caleb Ewan, c'è invece Nizzolo, che però si ritirerà al termine della tappa: questa seconda parte di Giro si preannuncia troppo dura per i velocisti. Alla partenza sono in tanti a provare a centrare la fuga giusta e i primi due a riuscire ad evadere dal gruppo sono De Gendt e Dunbar, a cui dopo alcune decine di chilometri vanno ad aggiungersi altri 23 corridori. Fra questi, l'uomo meglio piazzato in classifica è Jan Polanc della UAE Emirates, stesso team della maglia rosa Valerio Conti. Questa mossa si rivela determinante dal punto di vista strategico, visto che in questo modo la UAE Emirates non ha più la responsabilità dell'inseguimento nei confronti dei fuggitivi. Gli altri componenti della fuga sono: Jasha Sutterlin, Francesco Gavazzi, Matteo Montaguti, Manuele Boaro, Dario Cataldo, Damiano Caruso, Luca Covili, Manuel Senni, Cesare Benedetti, Josef Cerny, Eros Capecchi, Sean Bennett, Tobias Ludvigsson, Conor Dunne, Roger Kluge, Enrico Gasparotto, Danilo Wyss, Cristian Knees, Jasha Biermans, Marco Haller, Jan Bakelants e Gianluca Brambilla.
Nel gruppo nessuno prende in mano le redini della situazione e così i 25 fuggitivi riescono ad arrivare fino al quarto d'ora di vantaggio. A quel punto Bahrain-Merida e Lotto Jumbo si mettono a tirare per evitare che il divario si dilati ulteriormente. Nel frattempo nel gruppo di testa Bennett e Haller attaccano prima del GPM, ma appena inizia la salita vengono ripresi grazie al ritmo forsennato imposto da Caruso. Per tutta la salita Caruso e Brambilla selezionano il gruppo e con loro riescono a restare solamente Cataldo, Dunbar, Polanc e Capecchi, mentre Benedetti e Montaguti, pur non riuscendo a stare con i primi, decidono di non mollare e salgono con il loro passo, tenendo sempre un distacco recuperabile. In vista del GPM Brambilla piazza l'ennesima sparata che gli consente di transitare per primo e diventare la nuova maglia azzurra, scucita al compagno di squadra Ciccone. Cataldo e Polanc si staccano, ma poi riescono a recuperare in discesa e oltre a loro due anche Montaguti e Benedetti riescono a rientrare in discesa.
Alle loro spalle è bagarre anche nel gruppo maglia rosa, il primo ad attaccare sulla salita di Montoso è Miguel Angel Lopez, che sfrutta un'azione del compagno di squadra Jan Hirt. Majka, Carapaz e Nibali sono i primi a riportarsi sul colombiano, ma dopo pochi attimi tutti i migliori si sono ricongiunti. Landa ne approfitta per piazzare un attacco e l'unico che riesce a seguirlo è Lopez. Nel frattempo, la maglia rosa soffre e si stacca, come prevedibile. Meno prevedibile invece la fatica fatta da Jungels e Formolo, che non riescono a stare con i migliori.
A questo punto, con una decina di minuti di distacco tra i primi e il gruppo dei migliori è chiaro che saranno i primi otto a disputarsi la vittoria di tappa, con lo strappo di 450 metri posto a 3 km dal traguardo che potrebbe risultare decisivo. Prima ancora di arrivare allo strappo, però, i fuggitivi diventano sette, perché Cataldo viene fermato dalla sua squadra per aiutare Lopez nella sua azione. Lopez e Landa infatti sono transitati al GPM con 40" di vantaggio sul gruppo dei migliori e in discesa hanno trovato l'aiuto prezioso rispettivamente di Boaro e Sutterlin. Così, arrivati allo strappo decisivo è Brambillla ad aumentare l'andatura e staccare tutti tranne Capecchi. Prima della fine dello strappo anche Dunbar si riporta sotto e l'arrivo a tre sembra la cosa più probabile. Tuttavia, passato il cartello dell'ultimo chilometro, i tre cominciano a studiarsi consentendo a Benedetti e Caruso di riportarsi sotto.
Il primo a lanciare la volata è Capecchi, che però parte lunghissimo e viene ripreso da Brambilla quando al traguardo mancano ancora 400 metri. Distanza proibitiva per Brambilla, che è però lanciatissimo e parte a sua volta, ma da dietro Benedetti piazza lo scatto vincente e a 32 anni riesce a ottenere la prima meritata vittoria dopo una carriera costellata di sacrifici. Dopo 25" arriva anche Jan Polanc che va ad indossare la maglia rosa con più di 4" di vantaggio, visto che il gruppo degli uomini di classifica arriva a Pinerolo 8' dopo Benedetti.
Se oggi abbiamo avuto un primo assaggio di montagne, la tappa di domani promette ancora più spettacolo. Si ripartirà da Pinerolo e si arriverà a Ceresole Reale dopo 196 km. Durante il percorso i corridori dovranno scalare il Colle del Lys (Prima categoria) e il Pian del Lupo (Seconda categoria), prima di giungere sul traguardo, posto in cima a un altro GPM di prima categoria.
Ordine d'arrivo:
1. Cesare Benedetti 3h41’49”
2. Damiano Caruso s.t.
3. Edward Dunbar s.t.
4. Gianluca Brambilla a 2”
5. Eros Capecchi a 6”
6. Jan Polanc (Slo) a 25”
7. Matteo Montaguti a 34”
8. Thomas de Gendt (Bel) a 2’36”
9. Francesco Gavazzi s.t.
10. Manuel Senni a 2’ 38”
Classifica generale:
1. Jan Polanc 48h 49’ 40”
2. Primoz Roglic a 4’ 07”
3. Valerio Conti a 4’ 51”
4. Eros Capecchi a 5’02”
5. Vincenzo Nibali a 5’51”
6. Bauke Mollema a 6’02”
7. Rafal Majka a 7’ 00”
8. Richard Carapaz a 7’23”
9. Andrey Amador a 7’ 30”
10. Hugh Carthy a 7’33”