Nelle dichiarazioni della vigilia, Primoz Roglic aveva candidamente ammesso che oggi lui e la sua squadra avrebbero lasciato andare la fuga, qualora non fossero stati presenti uomini ritenuti pericolosi per la vittoria finale. Lo sloveno è stato di parola e, per la prima volta in questa edizione del Giro, la fuga è arrivata fino in fondo. Ad approfittarne sono stati principalmente due uomini: Fausto Masnada, vincitore di tappa, che dedica la vittoria a un suo zio recentemente scomparso, e Valerio Conti, nuova maglia rosa. Sorride anche Giovanni Carboni, che diventa il nuovo leader della classifica dei giovani.
La corsa
Le parole della vigilia di Roglic sono state ascoltate da tutti i corridori e, per questo motivo, la fuga non nasce subito dopo il via e c'è bisogno di più tentativi prima che venga a crearsi l'attacco giusto. 35 km dopo il via, mentre il gruppo è compatto, dopo aver riassorbito l'ennesimo tentativo di fuga, proprio Roglic è vittima di una caduta, che gli procura delle evidenti escoriazioni sul gluteo destro. Roglic si rialza, ma rimane attardato rispetto al gruppo, insieme ad altri big, tra i quali Landa e Yates, a loro volta coinvolti nella caduta. Nel gruppo allora decidono di fermarsi con gli scatti, fino a quando gli uomini coinvolti nella caduta non saranno rientrati. A ricongiungimento ormai avvenuto, riescono ad evadere dal gruppo, in momenti diversi, 13 uomini che vanno così a comporre la fuga decisiva di giornata. Si tratta di: Giovanni Carboni, Andrey Amador, Valerio Conti, Sam Oomen, Amaro Antunes, Fausto Masnada, Pieter Serrey, Nans Peters, Jose Rojas, Ruben Plaza, Nicola Biagioli, Nicola Conci e Valentin Madouas.
I tredici trovano un buon accordo e guadagnano costantemente su un gruppo piuttosto rinunciatario. A guidare l'inseguimento c'è la squadra della maglia rosa, che però si limita solo a controllare che il distacco non diventi astronomico. Ai -28, all'inizio della salita di Coppa Casarinelle, unico GPM di giornata, che alla fine risulterà decisivo, scatta Fausto Masnada. L'unico che riesce a seguire la ruota dell'uomo della Androni-Sidermec è il laziale Valerio Conti. Nel frattempo anche Carboni, Rojas e Plaza riescono ad avvantaggiarsi sugli altri uomini in fuga, ma non ne hanno abbastanza per riportarsi sul duo di testa. Così il primo a transitare in cima al GPM è Fausto Masnada, con Conti che sembra averne meno di lui, ma riesce a resistere. Il gruppo transita al GPM con 7' 33" di ritardo. Conti capisce che ormai per la maglia rosa è fatta e quindi fa fare il grosso del lavoro a Masnada, lasciandogli in cambio la vittoria di tappa sul traguardo di San Giovanni Rotondo. Arrivano poi ad uno ad uno tutti gli altri fuggitivi, che vanno a monopolizzare la top 10 della classifica generale, visto che il gruppo della (ormai ex) maglia rosa giunge al traguardo con un ritardo di 7' 19" dal vincitore.
Quella di Masnada è la prima vittoria italiana in questa edizione del Giro, e con Valerio Conti la maglia rosa torna finalmente sulle spalle di un italiano, a distanza di 44 tappe dall'ultima volta, quando ad indossarla era stato Nibali sul traguardo di Torino nel 2016. Domani la corsa ripartirà da Vasto e giungerà all'Aquila dopo 185 km. La tappa sarà molto mossa dal punto di vista altimetrico, anche se si affronterà un solo GPM, di seconda categoria. Sono tagliati fuori i velocisti e lo scenario più probabile appare ancora una volta quello della riuscita di una fuga da lontano, con la UAE Emirates che però vigilerà bene la situazione, perché Conti sicuramente vorrà tenere la maglia il più possibile.