Il secondo giorno di riposo anticipa, al Tour, l'avvento dei Pirenei. Mancano sei tappe al termine, siamo nella fase cruciale. Geraint Thomas veste la maglia di leader, non sembra avere punti deboli. Chris Froome, compagno di squadra di Thomas, re al Giro e signore della corsa francese, è il primo inseguitore. Tom Dumoulin punta infine a spezzare il regno in nero, a detronizzare il Team Sky. La tappa odierna, la prima del trittico pirenaico, presenta più di un'insidia. I GPM sono cinque, tre sono dislocati nell'ultima parte. Terreno fertile per eventuali attaccanti, spazio per alterare l'ordine stabilito tra i big. Non mancano campioni in cerca di riscatto, a caccia di successo e perchè no di podio. Roglic, Bardet, Quintana, Martin, uscire dall'anonimato è per molti una missione. Due battaglie in una quindi, per tappa e primato.
Si parte da Carcassonne, i chilometri da percorrere sono 218. I primi 100 chilometri non pongono quesiti impegnativi, due GPM di quarta categoria offrono un appiglio alla fuga. Nel complesso, poco meno di 5 chilometri all'insù, pendenze non impossibili. Con il traguardo volante di Saint Girons cambia l'orizzonte di tappa. In rapida sequenza troviamo il Col du Portet d'Aspen e il Col de Menté. La prima salita misura 5.4 chilometri, nel tratto conclusivo la pendenza è superiore al 9%. La seconda è di 6.9 chilometri, con pendenza media dell'8.1%.
Un falsopiano di circa 20 chilometri introduce il Col Du Portillon. L'equilibrio è qui a forte rischio, sono 8.3 chilometri, dal quarto la pendenza è tra il 7% e l'8%. Un affondo lungo questi tornanti può significare successo di tappa, perchè dalla vetta mancano 10 chilometri, completamente in discesa. A Bagneres de Luchon l'epilogo.
Il percorso