Oggi era il giorno atteso da tanti appassionati del ciclismo. Oggi, al Tour de France si affrontavano le pietre. Tutti ci aspettavamo una mini-Roubaix e così è stato, tanti gli attacchi, tanti i problemi tra i big ed alla fine la vittoria ad un uomo che queste pietre le conosce: John Degenkolb. Il tedesco è il primo vincitore di una Roubaix a trionfare in una tappa della Grand Boucle che presenta l'arrivo nella città del Velodromo. Alle spalle del corridore della Trek Segafredo si piazzano Greg Van Avermaet, che consolida la leadership, e Yves Lampaert, protagonista primario dell'attacco ma troppo lento rispetto ai due rivali. Tra i big resta attardato Rigoberto Uran (Cannondale-Drapac), che paga oltre un minuto ai rivali per la classifica generale.
In tanti volevano lasciare il segno in una tappa così speciale e in tanti han provato la fuga. Ad evadere dal gruppo, però sono stati in cinque: De Gendt (Lotto Soudal), Tolhoek (Lotto NL Jumbo), Fraile (Astana), Cousin (Direct Energie), Gaudin (Direct Energie). A questo quintetto, che prende il largo anche grazie ad una caduta in gruppo che mette fuori gioco Richie Porte (BMC) - ritirato -, si aggiungo altri cinque atleti: Haga (Sunweb), Van Rensburg (Dimension Data), Le Gac (Groupama), Calmejane (Direct Energie) e Edet (Cofidis). A 120 chilometri dal traguardo si forma quindi un gruppo di dieci corridori proprio prima dell'ingresso nel settore numero tredici, dove in gruppo avviene un'altra caduta e stavolta ne pagano le conseguenze Nibali ed Uran che restano attardati rispetto al plotone principale.
I due big però rientrano prima di Beauvry a Orchies, dove Van Avermaet tenta il primo allungo. L'attacco della maglia gialla spacca il gruppo in due tronconi, ma sul successivo tratto d'asfalto l'azione si annulla e il plotone torna compatto. Il colpo di scena arriva a 30 chilometri dall'arrivo quando in terra ci finiscono Mikel Landa e Rigoberto Uran. Il colombiano è quello che paga un pegno maggiore ritrovandosi ad oltre un minuto dal gruppo, mentre il basco, aiutato dai compagni si stabilizza sui quaranta secondi. Il gruppo intanto continua ad andare e riassorbe la fuga prima del traguardo che assegna gli abbuoni. La tappa si decide quindi sul settori di Camphin-en-Pevele: Lampaert parte secco sorprendendo Peter Sagan, ma non Van Avermaet e Degenkolb che gli si accodano. Il terzetto trova subito l'accordo e scappa via dal gruppo, troppo lento a reagire. Alla fine del settore di pietre i tre hanno già oltre quaranta secondi di vantaggio, mentre dietro iniziano scatti e controscatti con protagonisti i big della classifica generale. Dopo Willems-a-Hem, ultimo settore di pavé della corsa, ci provano Froome, Valverde e Dumoulin, mentre è da segnalare la quinta foratura di Romain Bardet, davvero sfortunato. I big non riescono a fare la differenza, mentre ci riesce Peter Sagan. Il campione del mondo si porta dietro Jungels, Gilbert e Stuyven e provano a ricongiungersi con il terzetto di testa, ma il divario è ormai troppo ampio.
Si arriva sotto la flamme rouge con la certezza che saranno Van Avermaet, Lampaert e Degenkolb a giocarsi il successo parziale. Il tedesco è nella posizione peggiore per lanciare la volata, la prima, ma le sue gambe sono le migliori. Prima vittoria al Tour de France per Degenkolb, mentre la maglia gialla si accontenta del secondo posto e il campione belga del terzo. Tra i big distacchi risibili per Bardet e Landa - sette secondi - mentre Uran perde un minuto e ventotto secondi.