Operazione leggenda. Chris Froome sceglie il Giro dopo la Vuelta. Un abbinamento non casuale, all'archivio di casa Froome manca la corsa rosa, le strade d'Italia sono al momento tabù per il campionissimo. Due apparizioni, lontane nel tempo, senza gloria. Oggi, Chris è un corridore diverso, per tutti è il punto di riferimento, specie se si tratta di corse a tappe. 4 Tour in bacheca, il sigillo spagnolo per dare lustro alla sua carriera, per togliersi l'etichetta pesante di fuoriclasse da una fermata e via. Manca, come detto, l'acuto italico, manca l'affermazione nel primo grande Giro della stagione ciclistica. Nessuno - eccezion fatta per Alberto Contador - ha mai griffato nell'arco di due anni le tre prove a tappe di maggior prestigio.
Froome sbarca a Gerusalemme forte di una corazza costruita nel tempo. A 33 anni è ormai completo, non pronto a un ritiro anticipato. Tanti obiettivi, un'intatta voglia di primeggiare. Si parte con un cronometro di una manciata di chilometri, prima occasione per piazzare la stoccata, per rifilare un distacco interessante a scalatori puri come Aru. Sulla carta, il principale rivale di Froome è Dumoulin. L'olandese è, come Chris, ciclista a tutto tondo, capace di districarsi su ogni tipo terreno - fenomenale nelle prove contro il tempo, Dumoulin è passista scalatore di tutto rispetto, soffre i cambi di ritmo secchi, ma difficilmente va alla deriva.
Fondamentale, in una cavalcata lunga 21 giorni, il sostegno della squadra. Froome, come sempre, può godere di ampio supporto. Henao, Poels e De La Cruz, la batteria in quota è d'eccellenza. Kiryienka guida invece il pacchetto destinato a dettare il passo in pianura, a mantenere il controllo della corsa. Elissonde, Knees e il nostro Salvatore Puccio completano la formazione al via venerdì 4 maggio.
Sulla testa di Froome pende però una pericolosa spada di Damocle. Al momento nessuna sospensione, ma il britannico è al centro di un intricato caso "doping". La sostanza proibita è il salbutamolo, ovvero il principio attivo del ventolin, il farmaco principale per chi soffre d'asma. Nel ciclismo, l'utilizzo di questa sostanza è acclarato, sotto accusa è il sovradosaggio. Al netto di future decisioni - a rischio è la Vuelta vinta lo scorso anno - è l'immagine del ciclista ad essere sotto la lente d'ingrandimento, molti nutrono dubbi sull'ascesa di Froome, sul suo modo di correre, sulla sua tipica frullata.
Froome ha scelto il Tour of the Alps per rifinire la sua preparazione pre Giro. Quarta piazza al termine delle cinque tappe, un prezioso banco di prova per valutare l'effettiva condizione, per misurare la gamba. Qualche affondo, alcune accelerazioni - non ancora definitive - uno step di crescita necessario a pochi giorni dal via in rosa. L'impressione è che Chris sia, una volta ancora, l'uomo da battere, tale è la personalità del profilo in questione. Un corridore in grado di sciogliere, con costanza, ogni interrogativo, di limare dettagli e pecche, di avvicinare la perfezione. Da scalatore sgangherato a discesista provetto, da gregario a cannibale. Froome insegue il Giro.