Prima la neve, poi l'acqua e quindi il fango. La Strade Bianche 2018 è stata una delle corse più belle degli ultimi anni, facendo tornare il ciclismo al tempo definito eroico, quello dove gli atleti correvano su sterrati con un meteo da tregenda e con bici al limite. Ieri in Toscana il ciclismo è tornato ai suoi albori e tra le tante stelle presenti nel firmamento dell'ex Eroica ne è nata una nuova, almeno per la strada: Wout Van Aert.
Il ventitreenne della Vérandas Willems-Crelan ha incantato gli appassionati con una gara d'attacco molto generosa culminata poi nel terzo posto finale, ma ciò che lo ha già proiettato nel cuore di chi ama il ciclismo sono i metri finali dello strappo di Piazza del Campo. Su quella erta con il lastroni di pietra, Wout, ci ha lasciato la vita, piegato dalla fatica, dal dolore e dai crampi dovuti ad una distanza a lui non ancora congeniale. Già, perché se il fango è la casa di Van Aert, lui che è un tre volte campione del mondo di ciclocross (ventitré anni, va ricordato), non lo è una distanza oltre i cento chilometri e lo è ancor meno una che strizza sempre più l'occhio ai duecentomila metri. La fatica ha presentato il conto proprio negli ultimi metri, ha fatto cadere a terra, stremato, il belga che, però, non ha mai mollato, tirandosi subito in piedi a spingere l'amata bici fino in cima a quella breve salita per poi rimontare in sella e terminare la corsa sul podio. Il sudore e le lacrime gli hanno pulito il viso prima di crollare a terra subito dopo la linea del traguardo, innalzandolo già allo status di eroe che poi, probabilmente, si guadagnerà con le vittorie.
Sì, perché il tanto atteso momento dello switch sembra essere arrivato. Van Aert è passato professionista con la Verandas già lo scorso anno, raccogliendo peraltro la prima vittoria nel GP Cerami in Belgio, ma non aveva dato ancora importanza alla sua carriera su strada, tanto che fino ad un mese fa ha corso ancora sul fango, dominando il Mondiale di ciclocross. La prestazione alla Omloop Het Nieuwsblad, seguita da quella di ieri hanno fatto ben comprendere il potenziale di questo ragazzone, che diventerà una grande spina nel fianco dei mostri del pavé Peter Sagan e Greg Van Avermaet. Al momento solo la mancanza di fondo nelle gambe sembra fermarlo, intanto, ieri, ha rubato la scena a tutte le stelle del ciclismo ed il cuore a tutti gli appassionati di questo splendido sport.