Dopo le voci che si sono rincorse negli ultimi giorni, oggi è arrivata l'ufficialità, seconda quanto riporta la Gazzetta dello Sport, della linea difensiva del Team Sky per evitare a Chris Froome una lunga squalifica. Secondo il quotidiano rosa, tutte ciò che si vociferava negli ultimi giorni appare essere veritiero. La squadra britannica intende quindi provare che il suo leader non volesse barare e che i valori anomali siano stato dettati dalle condizioni climatiche presenti in quella tappa.
Infatti, la squadra sponsorizzata dal colosso delle pay-tv, tenterà di ricreare le stesse condizioni ambientali presenti alla Vuelta, soprattutto per quanto riguarda l'umidità ed il calore presenti, i due fattori fondamentali che avrebbero rallentato il metabolismo del salbutamolo. A sostenere questa tesi c'è anche un dato scientifico rilevato dai precedenti test effettuati dalla Sky sui propri ciclisti. Infatti, in base agli esperimenti svolti prima, il 62 percento dei corridori sottoposti a quelle specifiche temperature ed umidità non avrebbe passato il test antidoping, in quanto le quantità di salbutamolo nelle loro urine eccedeva la soglia stabilita dalla Wada. Tuttavia, risulta impossibile per i britannici provare che Froome non abbia peccato di negligenza, un fattore importantissimo per evitare la squalifica, poiché Diego Ulissi nel 2014 fu squalificato per nove mesi proprio con questa motivazione, seppur gli venne riconosciuta l'intenzione di non voler alterare le proprie prestazione con l'assunzione del farmaco.
Nel frattempo che la Sky studia la propria linea difensiva, continuano le schermaglie tra ex presidenti Uci. Negli scorsi giorni era arrivato l'attacco di Pat McQuaid alla Sky e a Cookson, suo successore all'organismo internazionale. Oggi, arriva la risposta proprio di quest'ultimo tramite Cyclingnews.com: "Con le procedure introdotte durante la mia presidenza, tutte le vicende antidoping sono gestite da un organo completamente indipendente, io non avrei avuto alcuna influenza. Ho fiducia nel fatto che le parti coinvolte che seguiranno il regolamento, non ci saranno trattamenti preferenziali. Sapevo che era stato riscontrato un valore anomalo nei test di Chris Froome, con una sostanza che non comportava l’immediata sospensione, ma è avvenuto l’ultimo giorno della mia presidenza. Quando ho lasciato l’UCI, la questione è passata al nuovo presidente e non ho ricevuto maggiori informazioni".