Nel giorno di riposo della settimana iridata di Bergen 2017 l'UCI si è riunita nella sua congresso annuale, ma questa volta all'ordine del giorno c'era l'elezione del nuovo presidente della federazione. Gli sfidanti erano solo due: Brian Cookson, presidente uscente, e David Lappartient, vicepresidente UCI e presidente dell'Unione europea ciclistica, oltre che della federazione francese.
La sfida era stata lanciata dal francese mesi fa, raggiungendo il culmine qualche settimana addietro sfruttando il servizio congiunto di tre mass media europei sul doping tecnologico e questo sembra aver fatto breccia nei votanti. Lappartient, infatti, è stato eletto a furor di popolo con trentasette voti ad otto, sbaragliando così la concorrenza di Brian Cookson.
Il francese diventa quindi l'undicesimo presidente dell'UCI ed il terzo transalpino a ricoprire la carica dopo Lèon Breton (1922-1936) e Achille Joinard (1947-1957). Lappartinet resterà in carica fino al 2022, quando si terranno nuovamente le elezioni.
Il neo presidente non si è speso troppo nel suo discorso d'insediamento, dichiarando solamente che "Il progetto che ho proposto ha vinto. Grazie dal mio cuore".
Intanto, l'UCI ha ufficializzato anche la riduzione del numero dei corridori nelle corse a tappe e nelle classiche. Nei grandi giri tutte le squadre perderanno un corridore, passando dai nove attuali agli otto del prossimo anno e lo stesso capiterà nelle classiche dove il numero di ciclisti per squadra scenderà da otto a sette. L'intento è quello di ridurre il numero del gruppo per evitare spiacevoli incidenti, ma anche di movimentare la corsa rendendola meno controllabile di quanto sia ora.