Nel 1985 Michael Jackson registra We Are The World, Gorbaciov diventava leader dell'Unione Sovietica, all'Heysel gli hooligans inglesi si mostrano al mondo uccidendo 39 persone, escono Super Mario Bros e la striscia di fumetti Calvin e Hobbes e Bernard Hinault vince il suo quinto Tour de France battendo Greg Lemond e Stephen Roche. Da quel 22 luglio che vede il campionissimo francese esultare sui Campi Elisi, e con lui tutta la Francia, i cugini d'oltralpe non sono più riusciti a vincere uno dei 3 Grandi giri.
Solo negli ultimi 4 anni sono saliti sul podio ben 4 volte con 3 diversi atleti (Peraud e Pinot nel 2013, Bardet nel 2016 e 2017) ma non sono mai riusciti ad imporsi definitivamente. L'ASO quest'anno aveva fatto le cose per bene per aiutare Romain Bardet a far sventolare di nuovo il tricolore francese a Parigi: pochi chilometri a crono, molti arrivi in discesa e tappe con imboscate dove far saltare per aria la Sky di Chris Froome. Tutto ciò non è servito al nativo di Brioude per salire sul gradino più alto del podio, si è dovuto accontentare del terzo posto alle spalle anche del colombiano Uran e avanti di un solo secondo rispetto al basco Mikel Landa. Il capitano dell'Ag2r La Mondiale ci ha sempre provato ma non è mai riuscito ad abbattere Chris Froome se non nella tappa di Peyragudes che però non ha pareggiato i minuti persi tra Dusseldorf e Marsiglia.
La Francia però in questo Tour ha riscoperto un altro uomo di classifica: Warren Barguil. Il bretone ha infatti vinto 2 tappe (Foix ed Izoard) e dominato la classifica del miglior scalatore, vestendo poi la maglia a pois a Parigi. Per il portacolori del Team Sunweb una rinascita dopo un anno d'inferno (è stato investito da una macchina e poi si è rotto il bacino). Secondo molti giornalisti, sarà lui il prossimo vincitore francese del Tour. Appare però difficile immaginarselo dato che il Bretone ha come miglior piazzamento nei grandi giri un ottavo posto alla Vuelta 2014.
Tra 2011 e 2012 arrivarono i primi uomini talentuosi che avrebbero dovuto riportare la Francia alla gloria ma che negli ultimi anni si sono un pochettino appannati. Si tratta di Thibaut Pinot e Pierre Rolland. Per loro questo 2017 era andato molto bene: il primo quarto al Giro d'Italia, ritornando lo scalatore che aveva fatto vedere di essere negli anni passati, prima di entrare completamente in crisi. Il francese della Cannondale era invece una grande promessa già dal Tour 2011 dove vestì la Maglia Bianca e si impose sull'Alpe d'Huez, speranza proseguita l'anno successivo con la vittoria alla Toussuire. Non è mai esploso definitivamente, miglior risultato al Tour de France un 10° posto. Anche per lui il Giro è stato un momento particolare, positivo, data la vittoria nella tappa 17, quella tra Tirano e Canazei. I 2 hanno poi partecipato al Tour ma non è stata un'esperienza con il segno più: Pinot si è addirittura ritirato mentre Rolland ha sempre navigato nelle ultime posizioni del gruppo tranne che nella tappa dell'Izoard dove è comunque entrato in fuga ma senza brillare.
I tifosi francesi restano comunque ottimisti e sperano di non dover aspettare lo sbocciare della nuova generazione, scalpitano con forza Calmejane e Latour, per tornare a sentir suonare di nuovo la Marsigliese a Parigi.