Fabio Aru toglie a Chris Froome la maglia gialla. Uno strappo di 300 metri rivoluziona la corsa, rispolvera interrogativi sopiti ormai da alcuni anni. Bardet vince con il braccio alzato, Uran è lì, silente. Trono per quattro, con l'armata Sky a dettare i tempi, anche senza il simbolo del primato. Qualcosa può dire l'uscita odierna, infida per conformazione e sviluppo. 101 chilometri, da Saint Girons a Foix. Un traguardo volante stuzzica Kittel e Matthews in avvio, è il preludio a una scarica d'alta quota.
Il Col de Latrape - 5.6km al 7.3% di pendenza media - può dare linfa all'azione di giornata, gli attaccanti possono sfruttare le fatiche di ieri per sorprendere il gruppo. Leggera discesa e secondo Gpm di prima categoria, si scala il Col d'Agnes. Dieci chilometri, pendenza media superiore all'8%, ascesa vera, selettiva. Un ritmo importante può creare la prima selezione in seno al gruppo, siamo a metà tappa.
La contesa si risolve sul Mur de Peguere. I primi 5 chilometri sono abbordabili, presentano anzi alcuni frangenti quasi pianeggianti. Dal sesto, un inferno. La strada si impenna al 18%, allo scollinamento mancano circa 25 chilometri al termine. Picchiata violenta, poi l'asfalto si fa più dolce, con l'epilogo sostanzialmente su strada piatta.
L'Astana non ha ovviamente le unità per guidare la prova, pochi gregari al servizio di Aru. Attenzione quindi al consueto monologo Sky. Interessante, poi, valutare la tenuta dell'Ag2R, con Bardet ieri solo fin dalle prime battute. Fondamentale entrare con il giusto colpo di pedale, è una lunga volata che può creare non pochi stravolgimenti.
Il percorso