Ieri c'è stata la prima vittoria italiana in questo Giro d'Italia Under 23 grazie alla fuga di Francesco Romano (Palazzago), oggi c'è l'ultima tappa, quella che decreterà il vincitore della corsa rosa. Il simbolo del primato è sempre sulle spalle del russo Pavel Sivakov (BMC Development Team), che ieri ha anche provato a scattare in prima persona per aumentare il suo guadagno, ma nella giornata odierna dovrà difendersi dagli attacchi di Hamilton (Mitchelton Scott) e Padun (Colpack), ieri apparso molto in forma.

La tappa riparte ancora da Francavilla al Mare, ma rispetto alla frazione di ieri il disegno è totalmente diverso. C'è sicuramente più pianura, tutta concentrata nei primi 57 chilometri di gara, ma c'è anche un arrivo in salita molto importante, quello di Campo Imperatore. Ma andiamo con ordine. Come detto, i primi 57 chilometri sono di pianura, arrivati a Popoli ci sarà la prima salita di giornata: le Svolte. E' una salita di otto chilometri con pendenze attorno all'8%, un'ascesa che farà già una prima selezione e si farà poi sentire nelle gambe dei favoriti alla vittoria finale. Arrivati al Gpm non si scende, perché è presente un lungo falsopiano a salire che porterà il gruppo a Barisciano, dove inizierà la discesa verso L'Aquila. Dal capoluogo di regione dell'Abruzzo i corridori affronteranno il secondo tratto in salita di giornata, questa volta è poco più che uno strappo, ma dopo il transito a Paganica si inizia a fare sul serio: inizia la salita verso Campo Imperatore.

Da Paganica ad Assergi la salita verso il Gran Sasso è poco più che un falsopiano, ma da lì in poi le pendenze si fanno più dure e le forze in campo inizieranno ad uscire allo scoperto. La salita è spezzata in due da un tratto in discesa: il primo, lungo 15 chilometri, ha pendenze che variano dal 5 all'8%, il secondo è decisamente più duro, anche se già lì ci sarà qualche sorpresa. La salita Marco Pantani, così è stata rinominata, è lunga 7 chilometri e le pendenze arrivano sino al 13% regalando il terreno ideale per provare a staccare tutti, come fece il Pirata nel lontano 1999.