Prima storica vittoria di un ciclista del Ruanda sulle strade del Giro d'Italia. Nella prima semitappa di giornata è il talento della Dimension Data for Qhubeka, Joseph Areruya, a staccare tutti sul duro strappo di Osimo, lì dove nel '94 vinse Moreno Argentin. Il giovane ruandese stacca tutti sulla prima salita, passando in testa anche al GPM, e resistendo al ritorno di Cherkasov ( Gazprom RusVelo) sul ciottolato che porta nel punto più alto della città marchigiana. 

L'azione del ventunenne africano inizia al secondo passaggio ad Osimo, dopo che il gruppo ha recuperato tutti i fuggitivi della mattina, ben dieci, e con il suo attacco stacca tutti di ruota involandosi verso uno storico traguardo. La sua commozione all'arrivo è palpabile e i ringraziamenti vanno ovviamente ai propri genitori e ai compagni di squadra. Dando un occhio ai big della classifica, nessuno è riuscito a staccare la maglia rosa, che quindi approccia la cronometro con due secondi da difendere su Mark Padun (Team Colpack). 

Nella prova contro il tempo è Lucas Hamilton (Mitchelton Scott) a farla da padrone. Il corridore australiano chiude i 14 chilometri attorno a Campocavallo in 17'45" anticipando di sei secondi Scott Davies (Team Wiggins) e di otto secondi Senne Leysen (Lotto Soudal U23). Ottima la prova di Pavel Sivakov (BMC Development Team) che difende la maglia rosa e, anzi, addirittura accresce il proprio vantaggio visto che proprio Hamilton diventa il suo primo inseguitore a 14". Crolla invece il corridore della Colpack che precipita al quinto posto della classifica generale a 45" dal primato. 

Al russo Nikolay Cherkasov, secondo della prima semitappa, va il premio Aquila d'Oro, in onore del compianto Michele Scarponi, per essere stato il miglior atleta nella classifica combinata delle due semitappe.