Tom Dumoulin 10: nelle crono va come un treno, mettendo tutti in fila e guadagnando dai 3 ai 4 minuti. Nelle tappe di montagna si difende alla grande (vedi Oropa) e, anche quando non ne ha, usa la testa perdendo sempre pochissimo. Molti i momenti difficili per l'olandese, tra cui quello indimenticabile di Bormio, ma il corridore del Team Sunweb li gestisce alla perfezione e alla fine il giro 100 è suo.
Fernando Gaviria 9: vince 4 tappe al suo primo grande giro in carriera, arriva a Milano e conquista anche la maglia ciclamino. Ottimo giro per il colombiano, ma gli manca ancora qualcosa nelle volate: parte molto spesso troppo indietro e questo errato posizionamento gli potrebbe far perdere numerose tappe in carriera (vedi Alberobello)
Mikel Landa Meana 8: arriva al giro con una voglia matta di dimostrare di essere un corridore da corse a tappe ma la polizia abruzzese non la pensa allo stesso modo e lo tira giù sul Blockhaus. Lui non molla e inizia ad andare a caccia di tappe: arriva a Piancavallo dopo 2 secondi posti a Bormio e Ortisei. Insieme arriva anche la maglia blu di miglior scalatore: peccato per quella moto perchè sarebbe stato con i big a battagliare per la rosa.
Vincenzo Nibali 7: salva l'onore dell'Italia nella bellissima tappa di Bormio e si dimostra ottimo corridore da 3 settimane. Più si va avanti nel Giro e più dimostra una condizione in ascesa ma non la sfrutta pienamente a Ortisei e ad Asiago dove è troppo timido. Peccato per i 9 secondi che gli fanno perdere il secondo posto, gettati al vento nelle tappe di Blockhaus ed Oropa, dove vuole strafare e non si gestisce.
Nairo Quintana 6: viene al Giro per preparare la doppietta e al primo arrivo in salita in cui si muovono i big rifila 30 secondi a tutti quanti, dimostrando di avere una gamba pazzesca. Peccato che poi dimentichi la forma in Abruzzo e perde la brillantezza necessaria a fare la differenza in salita. A volte però, dove manca la gamba, serve il coraggio e il colombiano (vedi Stelvio) dimostra di averne molto poco. Occhio perchè quest'atteggiamento gli è già costato un Tour.
Andre Greipel 5: vince la prima tappa disponibile per i velocisti in Sardegna e mette la maglia rosa. Anche nella tappa di Cagliari dimostra di avere una potenza esagerata, ma la sfortuna lo ferma. La corsa arriva poi nel continente e in gara arriva il fratello scarso del Gorilla che non riesce mai a disputare una volata delle sue. Si ritira poi prima della terza settimana: peccato.
Rui Alberto Faria da Costa 4: viene al Giro per fare classifica e vincere una tappa, ma il primo obiettivo sfuma già sull'Etna dove perde secondi dal gruppo maglia rosa. A questo punto diventa un cacciatore, ma il Rui Costa degli anni 2011-2013 non esiste più e riesce sempre a farsi beffare, come a Canazei dove nonostante la squadra faccia un lavoro pazzesco si deve accontentare del secondo posto.
Wild Card 3: entrano raramente nelle fughe buone e quando ci sono sono i primi a staccarsi. Si salvano solo parzialmente la CCC con un buon Jan Hirt nell'ultima settimana e la Willier con Mareczko che coglie il podio in un buon numero di tappe. Si poteva fare di più però.
Rcs 2: il percorso è buono e sono numerose le tappe da imboscate, così come quelle per sprinter e scalatori, ma ci sono numerose pecche. Il weekend finale è imbarazzante per pochezza: Piancavallo è una salita secca che andrebbe bene nella seconda settimana, ma non di certo come penultima tappa. La tappa di Asiago è orrida: Grappa da versante facile e 10 km di pianura tra le 2 salite: la salita di Foza non è niente di che e i km finali in falsopiano riducono tutti i distacchi. Manca, inoltre, un grande arrivo in salita dopo le cavalcate alpine e il fatto che la salita più dura sia il Blockhaus nella prima settimana deve far riflettere.
Italia 1: come le tappe conquistate. Salva parzialmente il bilancio Nibali a Bormio ma così non va. Le volate, se si tolgono i podi di Mareczko non esistono, con Nizzolo e Modolo impalpabili, nelle tappe intermedie i nostri uomini o sono fermati da tattiche di squadra o non ne hanno. Nelle grandi salite all'Italia sono rimasti solo 3 grandi, mentre il resto ha compagni di squadra più forti intorno. Urge cambiare qualcosa a livello federale perchè il ciclismo italiano sta finendo.
Pibernik 0: il Giro d'Italia offre numerosi frangenti che lasciano di stucco: la bottigliata di Alafaci, la rissa tra Moreno Bazan e Rosa, Dumoulin e i suoi problemi intestinali e la moto del Blockhaus. Il miglior momento "Cosa diamine sta facendo" resta quello che lo sloveno ci regala a Messina.