Sorriso azzurro. La quarta uscita del Giro di Croazia si risolve, come da previsione, allo sprint. Nicola Ruffoni si conferma il più forte, concede il bis e brucia Minali. Da applausi la corsa di Alan Marangoni. Il sogno tramonta a un passo dalla linea d'arrivo, quando il gruppo piomba sul fuggitivo, quando Marangoni spende sull'asfalto l'ultimo colpo di pedale. Inghiottito, chiude comunque tra i primissimi, mentre Vincenzo Nibali scala un'altra posizione e veste, per la prima volta, la maglia di leader. Roson concede una manciata di secondi, 7 per la precisione, e oggi deve provare a recuperarne due al capitano del Team Bahrain Merida.
La tappa odierna misura 141km - Porec-Ucka - ed è la più attesa. L'avvio è già importante, la strada sale per una ventina di chilometri, prima di un passaggio sostanzialmente tranquillo tra il km20 e il km50. Qui inizia la prima ascesa verso Ucka. Oltre 20km all'insù, scrematura all'interno del gruppo principale. Il Team Bahrain Merida deve controllare la corsa, non dare eccessiva libertà agli eventuali attaccanti, lo squalo cerca infatti il primo acuto di stagione. Dopo una lunga discesa, altro rimbalzo verso l'alto, secondo Gpm di giornata.
In sequenza, poi, il plotone affronta due traguardi volanti. Il secondo, a Rijeka, è intorno al km110. Mancano circa 30km al termine, una decina per giungere all'ascesa conclusiva. Si ripete la scalata verso Ucka, si decide la corsa. Occorre prestare attenzione, come detto si tratta di una fatica estremamente lunga. Nibali - il n.1 - può attendere gli ultimi 5-6km per far saltare il banco, staccare di ruota i principali avversari. Un lavoro d'unione, i gregari per mantenere alto il ritmo, poi la sua scossa, la sua stoccata. Qualche ora per tracciare una linea definitiva, per osservare la gamba del fuoriclasse italiano.
Il percorso