Dopo essere stato per anni suo fido scudiero, Richie Porte non si accontenta più di arrivare alle spalle del britannico Chris Froome e del suo Team Sky. Il corridore australiano della BMC, un un'intervista al sito specializzato cyclingnews.com, spiega di voler tornare all'assalto del Tour de France 2017, con la speranza di non dover rincorrere da subito (come accaduto nel 2016, a causa di cadute e ventagli), e racconta di essere ancora in buoni rapporti con il suo ex capitano britannico. 

"Chris è il più forte di tutti nelle grandi corse a tappe - le parole di Porte rilasciate a Daniel Benson, durante un training camp della BMC con base a Denia, in Spagna - e tutto il Team Sky è stato fantastico durante l'ultimo Tour de France. Si sono anche inventati un paio di colpi a sorpresa, come quell'attacco in discesa sui Pirenei e quello nella tappa di Montpellier, del tutto inattesi. Anche se in realtà è esattamente questa la loro tattica, non fare la corsa sulle montagne, ma guadagnare tempo prima, per esempio grazie ai ventagli, come accaduto con Geraint Thomas in quella tappa poi vinta da Sagan. Non è una squadra così prevedibile come si potrebbe pensare. Io comunque non soffro di alcuna sudditanza psicologica nei loro confronti: ho letto in giro che ogni tanto anche loro commettono errori tattici, ma non sono d'accordo. Innanzitutto, bisogna distinguere la squadra che il Team Sky porta al Tour da quella che, ad esempio, ha disputato la Vuelta lo scorso anno. E' innegabile che Froome sia il più forte corridore per le corse a tappe della sua generazione, è il migliore sia dal punto di vista fisico che mentale, e ha una squadra alle sue spalle che è molto difficile battere. All'interno della loro organizzazione ci sono uomini chiave sottovalutati, come Tim Kerrison, un coach molto sottovalutato. Sono stati quattro anni con loro, so come lavorano, hanno costretto tutte le altre squadre ad alzare l'asticella negli ultimi anni. Ora tutti hanno una gran voglia di batterli, ma il loro segreto è che sono tutti uniti per un unico obiettivo, che poi è la cosa più importante in un team".

Porte ci tiene a sottolineare che, da quando ha lasciato il Team Sky, non ha mai corso in appoggio a Froome o alla sua ex squadra: "Con Chris siamo buoni amici, ma una delle cose che più infastidiscono è sentire la gente sostenere che corro ancora per loro. E' totalmente ridicolo. Se vuoi correre il Tour ad alti livelli, devi attaccare chi ti è davanti. Non conta chi c'è a ruota. Chris ha spesso la maglia gialla, è lui l'avversario". Infine, uno sguardo al futuro, al 2017 e a una programmazione diventata ormai fondamentale nel ciclismo attuale, in cui i big si preparano molto spesso esclusivamente per farsi trovare al top della condizione per l'appuntamento della Grand Boucle. Porte, che nel 2016 ha puntato tutto sul Tour, delinea un calendario personale molto simile a quello dello scorso anno: "Vorrei però arrivare al Tour con qualche vittoria in più rispetto alla scorsa stagione. Inizierò al Tour Down Under, da australiano mi farebbe piacere conquistarlo. Poi correrò la Parigi-Nizza e soprattutto il Giro di Romandia: la BMC è una squadra svizzera, quindi ho intenzione di fare bene anche da quelle parti. Probabilmente saràò anche alla partenza del Giro dei Paesi Baschi".