Peter Sagan: 10. Che dire. Un fenomeno puro. Le gambe e la fortuna lo aiutano ad inserirsi nel ventaglio decisivo come ultimo uomo: da allora la sua gara è perfetta. Tira il giusto nel ventaglio per non far innervosire nessuno, appena si entra nel circuito lascia fare tutto a Belgio e Italia. Nell'ultimo giro si affida ad un monumentale Kolar (voto:9 fantastico) che mette tutti in riga per alcuni km e gli permette di arrivare fresco in volata. Lo sprint è fenomenale: trova uno spazio minimo tra Nizzolo e le transenne, lo sfrutta e a quel punto non resta che alzare le mani e vincere il secondo mondiale consecutivo: adesso chi lo ferma più?
Mark Cavendish: 9. Peccato solo ci fosse "quell'altro". Nel deserto non si fa mettere nel sacco come tutto il resto della Gran Bretagna, tolto un eroico Blythe, nel circuito di Pearl non si vede mai e il lavoro degli altri lo mette nelle condizioni di fare quello che sa fare meglio: sprintare e vincere. Peccato che tra lui e la doppietta ci siano 2 norvegesi di mezzo che gli fanno perdere mezza pedalata e un fenomeno proveniente dalla Slovacchia.
Tom Boonen: 9. Se sei un corridore normale a 36 anni, dopo alcune stagioni disastrose, decidi di appendere la bicicletta al chiodo e goderti la vita. Tom Boonen tutto è tranne che un ciclista normale e in questo 2016, grazie ad alcune condotte di gara a dir poco garibaldine, riesce a cogliere un podio alla Roubaix e arriva non molto distante dalla seconda maglia di Campione del Mondo, grazie ad una squadra a dir poco monumentale nel deserto. Peccato solo che le gambe non siano più quelle di 10 anni fa. L'anno prossimo, dopo la Parigi-Roubaix, si ritirerà: stai scherzando, vero Tommeke?
Michael Matthews: 8. Parte alla pari con Caleb Ewan (voto 2) come capitano dell'Australia. Risultato: Bling ad un passo dal podio in una prova non particolarmente adatta a lui, il giovane compagno primo staccato nei ventagli. Ct Aussie, ci fidiamo di lui la prossima volta? Bergen 2017 è su misura per lui (purtroppo anche per Sagan).
Giacomo Nizzolo: 7. Nel deserto è pressochè perfetto nel seguire l'attacco del Belgio, nel circuito si nasconde alla perfezione risparmiando le energie per arrivare con benzina nel finale (Vero Viviani?: 5) e nella volata viene lanciato molto bene da Jacopo Guarnieri. Peccato solamente che quellì li davanti siano troppo forti.
Norvegia: 4.5. Arrivi nel circuito finale con 3 uomini, con un gran faticatore pronto a lavorare per te, e cosa fai: decidi di giocartela in volata, senza provare a costruire un minimo di treno, ognuno per sè. Ma provare qualcosa di diverso no?
Tom Leezer: 8. Prima di ieri un carneade, sfrutta la marcatura ad uomo sul compagno Niki Terpstra e a 2000 metri dall'arrivo si lancia all'attacco, vicinissimo alla vittoria della vita. Peccato per quei 500 metri finali e per un Roelandts formato super.
Belgio: 6.5. Media perfetta tra il 10 del deserto e il 3 nel circuito. Nel deserto fanno fuoco e fiamme e, sfruttando il vento, a 170 km dalla conclusione riducono il gruppo a 25 corridori, con 6 tra fiamminghi e valloni, in nettissima superiorità numerica. Entrati nel circuito sfruttano il lavoro di Naesen, Keukeleire e Stuyven davanti e di Maes, Keisse e Debusschere dietro, che fanno innervosire i tedeschi per non far rientrare il gruppo. Ma nell'ultimo giro non si muovono mai e anzi lavorano per portare Boonen nella condizione migliore per fare la volata. Troppo poco.
Daniele Bennati e Jacopo Guarnieri: 8. Maestosi. Il primo dal 2012 è diventato un uomo squadra fenomenale per Contador e a Doha conferma tutta la sua esperienza. Nel deserto entra subito nel gruppo giusto contribuendo allo sganciamento decisivo del drappello dei 25, nel circuito si sacrifica per tutti i giri nell'allontanare il gruppo guidato dai tedeschi, staccandosi stremato a 15 km dall'arrivo. Il secondo entra nel drappello giusto e lancia Nizzolo alla perfezione ai 200 metri dall'arrivo: cosa si può volere di più.
Daniel Oss, Matteo Trentin, Sonny Colbrelli, Fabio Sabatini, Manuel Quinziato: 3. Non pervenuti.
Francia: 3. Squadra spaccata tra Demare e Bouhanni, con il povero Bonnet in mezzo, risultato finale: Bonnet nei 10 e tutto il resto dopo la musica oppure ritirato.
Germania: 2. Sono solo in 6, ma hanno il campione mondiale a cronometro e 3 dei 10 migliori velocisti mondiali. Vengono staccati nel deserto e non rientrano mai, nonostante un eroico Degenkolb 6.5 (entra nel ventaglio giusto, ha un problema alla bici, litiga con tutti e si danna come un disperato per far rientrare i compagni). Nessuna doppietta, prego ripassare un altro anno.
Spagna: 1. Arriva solo Erviti dei 9 partenti, il resto si scioglie nel deserto. Non sono più i tempi di Valverde e Rodriguez.
Fernando Gaviria: S.V. Al primo vero anno tra i professionisti vince a ripetizione e si presenta come grande favorito al mondiale, entra nel ventaglio decisivo. Poi Durbridge cade davanti a lui, si gira la spalla e addio sogni di gloria.
Nick Dougall, Anass Ait Al Abdia, Natnael Berhane, Philipp Roth: 8. Entrano nella fuga della mattina, ma vengono ripresi a 130 km dall'arrivo, riescono però a rimanere nel drappello decisivo e riescono ad arrivare nei primi 25 all'arrivo. Giova però ricordare che hanno pochissima esperienza nel World Tour (Berhane e Dougall) oppure non sanno nemmeno cosa sia (Roth e Al Abdia).