Un Vincenzo Nibali positivo ed ambizioso, questo traspare dall'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport nel weekend, dal ritiro azzurro a Fiuggi (assente giustificato Alessandro De Marchi). Il campione messinese punta al podio e ammette l'obiettivo senza tanti giri di parole: “Ovviamente non sarà facile – afferma Nibali – ma considerato il percorso e la squadra che abbiamo possiamo fare bene. Io sono molto concentrato su questo obiettivo, anche perché, vista l’età (32 anni a novembre), sarà la mia ultima occasione di andare a medaglia. Rispetto a Londra 2012, dove dovevo scattare ogni volta che iniziava la salita del circuito per staccare i velocisti, questo percorso si addice alle nostre caratteristiche. Negli ultimi anni abbiamo preso un po’ troppe medaglie di legno: a Rio abbiamo buone chance, speriamo di invertire la tendenza. I rivali da temere? Valverde, Rodriguez. Rui Costa…"

Sul Tour appena concluso (una prova opaca, senza ambizioni di classifica), Nibali non ha troppi rimpianti, anche perché le aspettative non erano poi così alte come in passato: “Sono umano, mica un robot. A inizio anno sono partito molto forte in Oman. Poi ho vinto il Giro d’Italia. Non avevo mai detto che sarei venuto al Tour per fare classifica, anche se capisco che la gente si aspetti sempre molto da me. Quando mi sono staccato sul Massiccio Centrale ho preferito mettermi a disposizione della squadra, che mi ha aiutato moltissimo negli ultimi anni. Il fisico non mi ha dato risposte adeguate per poter fare classifica e così mi sono anche preservato in vista di obiettivi importanti"

PRONOSTICI- 144 atleti, da 61 paesi differenti, si sfideranno per le medaglie lungo un percorso che promette scintille. L’arrivo è previsto tra le 20.10 e le 20.45 italiane. Con la squadra composta da Vincenzo Nibali, Fabio Aru, Diego Rosa, Alessandro De Marchi e Damiano Caruso, l’Italia è tra le favoritissime alla medaglia d’oro nella gara più importante, la prova su strada maschile (sabato 6 agosto, ore 14.30 italiane). Gli azzurri dovranno guardarsi principalmente dalla Spagna che si presenterà a Rio con una formazione di altissimo livello: Alejandro Valverde, Joaquim Rodriguez, Jonathan Castroviejo, Ion Izagirre e Imanol Erviti. Il tracciato sembra favorire i ciclisti da grandi classiche: il secondo circuito, quello di Canoas/Vista Chinesa, è il punto cruciale, dove presumibilmente verrà fatta la scrematura decisiva per la vittoria finale. Si tratta di una prova per corridori eclettici, capaci di andar forte sia in salita che in discesa e in grado di difendersi anche in pianura. A parte un’eccellente condizioni fisica di base, come in tutte le prove di un giorno sarà necessaria una buona dose di sagacia tattica: fondamentale sapersi gestire, capire il momento in cui forzare la mano e lavorare come squadra. Gli avversari non mancano, oltre alle già citate Italia e Spagna, le altre rappresentative da seguire sono: la Gran Bretagna di Froome, il Belgio di Gilbert e la Francia di Bardet, per chiudere con l'Olanda di Kruijswijk