L'edizione corrente del Giro di Svizzera si chiude quest'oggi. Il gruppo riparte da Davos, sede della cronometro di ieri e teatro della sfida odierna. Il tramonto di corsa offre ai protagonisti un'ulteriore occasione per ribaltare la classifica, per iscrivere il proprio nome nell'albo della competizione.
La nona tappa non presenta infatti andamento lineare, non è, come spesso accade, un semplice tributo al vincitore, condito da sprint feroce tra le ruote veloci ancora in gruppo.
Alla limitata lunghezza - 117.7 km - fa da contraltare un disegno particolarmente nervoso, in cui spiccano due Gran Premi della Montagna Hors Categorie. Dopo un abbrivio con pendenza favorevole, al km 30, il gruppo inizia le prime rampe verso l'Albulapass. Si scollina a 2315 metri, oltre 13 km di ascesa, pendenza media del 7%. Siamo all'incirca a metà della fatica. Qualche chilometro di discesa, un passaggio con due sprint intermedi e poi seconda e ultima asperità.
La corsa può e deve accendersi verso il Fluelapass. 2283 metri alla sommità, 12.9 km, 7.4% di pendenza. In vetta, mancano meno di 18 km all'arrivo, per buona parte di discesa. Chi vuol salire al comando della generale, deve aumentare la cadenza lungo questa salita e staccare l'attuale leader, Miguel Angel Lopez.
Il corridore dell'Astana - primo in classifica dopo la cronometro di ieri - ha un piccolo gruzzoletto di secondi da difendere, ma i primi quattro sono racchiusi in un "refolo di vento". 18 secondi, quattro protagonisti: Lopez appunto, Talansky, I.Izaguirre e Barguil. Una margherita che raccoglie il prossimo vincitore del Giro di Svizzera.
Il percorso