Dopo l'ultimo giorno di riposo, il Giro d'Italia riparte con la tappa che conduce da Bressanone ad Andalo. In memoria, le gesta della cronoscalata, con l'allungo prepotente di Kruijswijk e la resa - forse definitiva - di Nibali. Nelle sei tornate che mancano alla conclusione, la strada offre diverse opportunità per ribaltare la classifica. La prima proprio quest'oggi, perché il chilometraggio è ridotto - 132 km da percorrere - ma il disegno regala momenti di grande spettacolo. 

L'inizio è con pendenza favorevole, dopo il passaggio a Bolzano, km 38, comincia la prima asperità di giornata. Passo della Mendola, seconda categoria, quasi 15 km, pendenza media del 6.5%. La scalata raggiunge il suo punto più impervio poco dopo la metà. Qui si arriva al 10%.

In vetta, c'è tempo per recuperare le energie. Una lunga discesa, irregolare, conduce infatti alla seconda fatica. Fai della Paganella, seconda categoria, 10.2 km, 7.4% di pendenza media, 15% nei tratti di maggior difficoltà. Allo scollinamento, mancano circa 10 km al traguardo, chi ha gamba e vuol guadagnare terreno deve per forza di cose attaccare qui. Si tratta di un'ascesa con pendenza regolare, non ci sono strappi secchi, ma a un passo dal termine si sgretola la barriera del 15%. 

Il finale regala poi ulteriore tensione. Picchiata, tratto pianeggiante e rimbalzo al 9%, trampolino perfetto per chi vuol piazzare la stoccata decisiva. Difficile ipotizzare qui un gruppo folto, probabile una cerchia ristretta, con all'interno uomini di classifica. Il traguardo è adatto a Valverde, ma anche a Nibali. Entrambi possono mettere alla prova Kruijswijk. Alleanza in vista?

Il percorso: