Egemonia azzurra nello spettacolo della quattordicesima tappa della Vuelta a Espana, da Vitoria (Paìs Vasco) a Alto Campo. Fuente de Chivo (Cantabria), la prima di un trittico di tapponi di montagna che chiuderà la seconda settimana di corsa prima del secondo e ultimo giorno di riposo. A spuntarla è il friulano Alessandro De Marchi del team BMC, classe 1986, dopo una straordinaria progressione in salita che gli ha permesso di fare terra bruciata dei diretti inseguitori, compartecipi della fuga di giornata.

Sono cinque gli uomini che partono fin dai primi chilometri nella tappa più lunga della corsa, 215 km con tre gpm, di cui l'ultimo di categoria speciale, non tanto per la pendenza (punte massime al 9% negli ultimi 4 km) quanto piuttosto per la lunghezza: 18 km fino al traguardo. La fuga è composta dagli italiani De Marchi (BMC) e Puccio (Team Sky), dal francesce Cherel (AG2R La Mondiale), dallo spagnolo Rojas (Movistar) e dal colombiano Quintero (Team Colombia), tutti privi di ambizioni per la generale. Fino all'inizio della salita, il quintetto guadagna minuti, fino ad avere un tesoretto di vantaggio di più di 9': da quel momento in poi, si delinea una gara nella gara, per stabilire chi tra loro la spunterà dopo che sarà saltato l'accordo di giornata.

Come era prevedibile, la bagarre inizia a 4 km dal traguardo, i più duri della salita, quando il francese Cherel prova il primo attacco. De Marchi lancia l'inseguimento, senza chiedere mai il cambio agli altri. Guida da solo gli inseguitori a riprendere il fuggitivo, il che la dice lunga sul suo stato di forma. Il secondo a provare un attacco è Rojas, ma De Marchi lo tiene ancora a bada. Il terzo e decisivo affondo è proprio quello del friulano, una tappa per lui alla Vuelta 2014, già premio per la Combattività al Tour nello stesso anno: parte quando mancano circa 1500 metri al traguardo. Nessuno riesce a rimanere alla sua ruota; l'unico che ci prova è Salvo Puccio, che conquisterà la seconda piazza. Gli ultimi 400 metri, infiniti nella fitta cortina della nebbia cantabrica, sono il giusto preludio alla vittoria del ciclista azzurro, che vince con merito dopo una tappa che aveva voluto fin dai primissimi metri.

Intanto, nel gruppo l'andatura si tiene abbastanza blanda, fino al momento in cui, poco prima dei 10 km, l'Astana prende le redini della corsa con Luis Leon Sanchez Gil, permettendo agli inseguitori di recuperare qualche minuto sul gruppo di testa. Quando mancano 4 km all'arrivo, Fabio Aru parte in progressione; soltanto Nairo Quintana, finalmente ritrovato dopo la febbre del tappone pirenaico, riesce a stargli dietro. La maglia rossa non dosa però sufficientemente bene le energie dell'attacco, e si ritrova prima ad essere riassorbito dai vari Majka, Purito Rodriguez, Chaves e Pozzovivo, e poi a dover inseguire il colombiano della Movistar, che riesce a concludere la tappa con 7'' di vantaggio sul sardo di Astana.

Nella generale, non cambia praticamente nulla; ma le emozioni sono soltanto all'inizio. Oggi i fuoriclasse hanno dosato le energie. Da domani, si fa sul serio.