188 km intrisi di storia. La leggenda del Tour lungo i tornanti del Col d'Aspin, la grandezza della corsa in giallo verso i 2115 metri del Col du Tourmalet. Il gruppo scopre la seconda fatica pirenaica, abbagliato dalla grandezza di Chris Froome e dalla solidità degli uomini in nero. Thomas, Porte, Froome, tre nomi scanditi a gran voce sul traguardo di La Pierre Saint Martin. I rivali, ciondolanti, accusano il colpo, nelle gambe e nella testa. Il Tour, all'alba di due settimane da tregenda, rischia di chiudere i battenti. Non manca il terreno per scalfire il keniano bianco, mancano forse le giuste credenziali.
Pau - Cauterets, tanta montagna, discese che nascondono insidie, il secondo arrivo in quota. I primi 100 km di corsa raccolgono piccole schermaglie. Sono infatti presenti nella prima parte tre Gpm, di terza e quarta categoria: si inizia con la Cote de Loucrup, 2 km al 7%, a seguire la Cote de Bagneres de Bigorre, 1,4 km al 6,1% e a chiudere la Cote de Mauvezin, 2,7 km al 6%.
Da qui si accende la vera battaglia, perché si sale verso il Col d'Aspin. L'ascesa misura 12 km e ha una pendenza media del 6,5%. Si scollina a 1490 metri, la discesa accompagna poi verso il Col du Tourmalet. Scalata eterna, oltre 17 km, con tratti che non concedono respiro. Il punto focale al termine della difficoltà, perché chi ha le gambe - vedi Nibali o Contador, fuoriclasse in cerca di riscatto - può lanciare l'offensiva nella picchiata che conduce a Luz Saint Sauveur. Froome non è un drago in discesa e qui può soffrire.
L'arrivo è posto al termine di un'ultima salita. 6,4 km al 5%, quelli che conducono a Cauterets. Un Gpm di terza categoria che termina a circa 3 km dallo striscione finale. Terreno per scalatori, la maglia gialla è al comando, qualcuno può toccare Chris Froome?