Mark Cavendish schizza via sull'asfalto, una progressione letale, una palla di cannone, un'esplosione che trova il suo epilogo sul traguardo. L'immagine del velocista britannico chiude lo spazio riservato agli sprinter, perché da oggi, al Tour, si torna a respirare aria d'alta quota. Non è ancora tempo di Pirenei - primo duello martedì, dopo il giorno di riposo - ma l'arrivo sul Mur de Bretagne, da percorrere in due tornate, accende le fantasie dei primi della classe.
Le pendenze non incutono timore, nulla a che vedere con il leggendario Muro di Huy. Il Mur de Bretagne misura 2 km e nei tratti di maggior pendenza tocca punte del 7%. Il finale racconta comunque di uno strappo importante, nel 2011 teatro della sfida tra Cadel Evans e Alberto Contador.
Un disegno perfetto per scattisti come Purito Rodriguez, bravi ad interpretare salite di breve durata e grande intensità. Valverde deve attendere il via libera di Quintana, mentre Froome, in giallo dopo il forfait di Martin, vuol lasciare tangibile impronta del suo dominio.
La prima parte di corsa non presenta difficoltà. L'unico Gpm di giornata, ad anticipare il Muro conclusivo, è posto a metà tracciato. Al km 99,5 la vetta del Col du Mont Bel-Air, 1.5 km al 5,7%. Discesa rapida e traguardo volante a Gare de Moncontour. Un finale mosso conduce al Mur de Bretagne. Poco dopo il km 170 i primi colpi di pedale all'insù, ma sono i 2 km di chiusura a chiamare a raccolta i favoriti. Secondi preziosi, una guerra psicologica che può condizionare la corsa.