Gli sguardi stravolti al termine della dura tappa in pavé sono l'ultima istantanea di un Tour corso fin qui senza risparmio. Dalla crono inaugurale alla rampe del Muro di Huy, prima delle pietre nel ritorno sul suolo francese. Oggi, per la prima volta, il gruppo respira, con forza, prima di intraprendere la frazione che porta da Arras ad Amiens.
Il tracciato è interamente pianeggiante, non sono presenti, lungo il percorso, Gran Premi della montagna. Uno sviluppo ideale per le ruote veloci presenti in gruppo. Gli sprinter in cerca di riscatto non mancano, in primis Cavendish. Il britannico, nel duello di Zélande, sceglie di anticipare la progressione e subisce il prepotente ritorno di Greipel. Proprio il gigante tedesco è tra i papabili per la vittoria odierna, senza dimenticare Degenkolb, Bouhanni, Kristoff, Demare e il fenomenale Sagan.
Lungo la strada, insidie da Tour. Se è vero che mancano vette vere e proprie, in diversi punti la strada sale, strappetti nervosi, che inducono, chi ha coraggio, a provare la sortita. Su e giù, con l'ausilio del vento. Le folate laterali incutono timore e rappresentano la minaccia più grande per un plotone spezzato più volte nel corso delle prime quattro uscite.
Il traguardo volante è posto a Rancourt, km 89,5. Dopo Villers Bretonneux, al km 169, la strada scende e si prepara il gran ballo finale, un duello di posizione, treni schierati per l'ultimo sparo.