Non capita a tutti di correre un Tour de France con il numero 1 dietro la schiena. Vincenzo Nibali percepisce questa responsabilità e la vive con l'orgoglio del campione e la spensieratezza che lo contraddistingue da sempre.

Non si contano le volte in cui ha dichiarato "Proverò a farvi divertire" e puntualmente è riuscito nel suo intento. Non importa il risultato, le sconfitte sono state pari ai successi, perché quello che mette sullo strada lo Squalo dello Stretto non abbiamo paura a definirlo come speciale.

Speciale è stato anche il suo avvicinamento alla Grande Boucle. Un percorso parallelo a quello dell'anno 2014, quando il siciliano faticò tutto l'anno, beccandosi le critiche di alcuni appassionati e dei vertici del suo team. 
Poi improvvisamente si accese la miccia e conquistò il campionato italiano su strada. Lì Nibali mise a tacere i primi malumori, per poi trasformarli in maniera inappellabile in encomi sul podio di Parigi.

Il suo 2015 è stato sulla stessa falsariga del 2014. Questa volta, però, si è presentato alle classiche di primavera con ambizioni importanti, aspettative che sono state tradite dalla strada. 
Il corridore messinese non ha perso, però, la fiducia nel lavoro svolto in questi mesi. Ha corso il Giro del Delfinato da comprimario, staccandosi quasi sempre in salita e lasciando il palcoscenico a Chris Froome. 
Nella corsa francese non si è voluto, però, negare un'azione delle sue, una di quelle "follie" che lo possono mandare in crisi o prendere la maglia di leader. Fate pure la seconda in questo caso. 
E non importa se nei giorni successivi non è stato di grado di difendere la leadership, Nibali aveva bisogno di risposte che puntualmente ha trovato.

Il bagliore di luce definitivo è apparso ancora una volta al campionato italiano. Sulla salita di Superga lo Squalo dello Stretto ha dato spettacolo, attaccando a ripetizione e riuscendo finalmente ad alzare le braccia da solo al traguardo. Unica vittoria del 2015, come l'anno scorso prima della Grande Boucle.

Ma quali sono le prospettive del siciliano in questo Tour de France? Gli avversari sono quanto di meglio il ciclismo internazionale possa offrire: Contador, Froome, Quintana e Valverde, senza sottovalutare Van Garderen e Purito Rodriguez.   Sono questi i rivali più accreditati. Quest'anno il percorso si discosta dal solito scenario made in Tour.
Vedremo una sola cronometro di 13 km il primo giorno di corsa, poi una crono a squadre di 28 km. Le prova contro il tempo finiscono qui.
Di salite, invece, ne vedremo quasi ogni giorno. Sembra più un percorso della Vuelta Espana che del Tour. E allora le speranze che il nostro Vincenzo riesca ad inventarsi qualcosa crescono e non poco. 
Le insidie lungo il percorso sono molteplici ed il pensiero non può che andare al pavè che anche quest'anno è stato inserito dagli organizzatori. Sulle strade della Roubaix Nibali fu il protagonista assoluto nel 2014 gettando le basi per la vittoria conclusiva. 
Lo Squalo dello Stretto possiede la squadra e le caratteristiche individuali per fare la selezione. Tra i favoritissimi è il più bravo nel guidare la bici e allora presumibilmente lo vedremo all'attacco già alla quarta tappa.

Ci sono, però, anche frazioni che sembrano svantaggiarlo, come quelle del Mur de Huy, del Mur de Bretagne e di Mende. Sono tappe che prevedono strappi brevi con pendenze arcigne. Un terreno che Nibali non gradisce. 
Ma è sui Pirenei e sulle Alpi che si deciderà la corsa e lì Vincenzo saprà farsi trovare pronto, contando su una squadra attrezzatissima per le salite e su una condizione che per la seconda settimana dovrebbe essere al top.

La sensazione è che Nibali non sia il favorito assoluto, ma che possa davvero essere un brutto grattacapo per tutti, l'uomo in grado di far saltare il banco in più occasioni. Da questo punto di vista si potrebbe creare una preziosa alleanza con Alberto Contador, anche lui avvezzo ad azioni da lontano. 
La certezza, invece, è un'altra: Nibali ci farà divertire. Una volta di più.