La seconda settimana del Tour de France rappresenta il primo appuntamento con le grandi salite. Il Mur de Huy ed il Mur de Bretagne, affrontati nella prima settimana, sono solo il preludio ai fuochi d'artificio attesi a partire dalla decima tappa.
I protagonisti assoluti saranno i Pirenei. Si parte da Tarbes e si arriva a La Pierre-Saint-Martin: 167 km con 4 colli da scalare. I primi tre sono salite di quarta categoria, l'ultima, invece, è in grado di fare realmente selezione.
Il traguardo è posto a La Pierre-Saint-Martin (Hors Category), 15,3 km al 7,4% di pendenza media, un chilometro oltre la vetta del celebre Col de Soudet. La parte più dura dell'ascesa sono i primi 9 km, dove la pendenze sono costantemente tra l'8 ed il 10%. L'arrivo in salita a La Pierre-Sain-Martin sarà il primo banco di prova importante per i favoriti della corsa, impegnati fin qui solamente in strappi brevi.
La tappa numero 11 della Grande Boucle parte da Pau, storica località pirenaica, ed arriva a Cauterets-Vallée de Saint-Savin. Sono cinque i gran premi della montagna, gli ultimi tre saranno quelli decisivi. Vedremo in successione il Col d'Aspin, il Col du Tourmalet e l'ascesa finale, la Côte de Cauterets. Il Tourmalet (17,1 km al 7,3%) è una salita immortale, rappresenta il simbolo dei Pirenei, ma come spesso accade è posta abbastanza lontano dal traguardo (-40 km).
Non è escluso, però, che alcuni corridori possano provare un'azione da lontano, uno su tutti Vincenzo Nibali, non nuovo a tentativi di questo genere.
La salita conclusiva presenta pendenze abbordabili: sono 6,4 km al 5% che però si faranno sentire nelle gambe dopo le fatiche del giorno prima e due ascese dure come l'Aspin ed il Tourmalet.
Ma la vera tappa regina della tre giorni pirenaica sarà la dodicesima: da Lannemezan a Plateau de Beille. Sono quattro i colli da scalare, uno di seconda categoria, due di prima e l'ultimo hors category. I corridori dovranno affrontare in sequenza il Col de Portet d'Aspet, il Col de la Core, il Port de Lers e Plateau de Beille. Sarà su quest'ultima salita che i favoriti si daranno battaglia, con i suoi 15,8 km al 7,9 % di pendenza.
L'ultima volta che il Tour ha affrontato questa asperità è stato nel 2011, quando ad imporsi fu il belga Jelle Vanendert.
Plateau de Beille è una salita che ha sempre fatto la differenza. Ricordiamo, ad esempio, una splendida vittoria di Marco Pantani nel 1998 ed i trionfi di Lance Armstrong (2002 e 2004) e di Alberto Contador (2007). Firme di prestigio che certificano l'importanza di questa frazione nell'economia della corsa.
Terminato il trittico pirenaico, i corridori si avvicineranno lentamente alle Alpi. La tappa 13 presenta un profilo mosso, adatto alle fughe da lontano. Si arriva a Rodez dopo 198,5 km di corsa abbastanza movimentati.
Il giorno successivo è il turno di un'altra frazione estremamente impegnativa, gli ultimi 40 km in particolare metteranno a dura prova gli atleti. Sono previsti, infatti, due colli di seconda categoria e uno di quarta. L'ultima ascesa, la Côte de la Croix Neuve (3 km al 10,1%) termina a un chilometro e mezzo dall'arrivo, posto nella località di Mende. Gli atleti da battere saranno corridori esplosivi come Froome e Contador, un terreno su cui il nostro Vincenzo Nibali dovrà difendersi.
L'ultima tappa della seconda settimana è una delle poche frazioni di questo Tour de France adatte ai velocisti. I favoriti, dunque, potranno provare a tirare il fiato dopo quindici giorni intensi, nell'attesa di un'ultima settima altrettanto impegnativa con il Col de la Croix-de-Fer e l'Alpe d'Huez ad attenderli.