Il Giro riparte, dopo il secondo giorno di riposo, e sulla strada trova "vecchi amici", giganti che racchiudono ad ogni tornante il ricordo di un'impresa. Si sale, fin dai primi chilometri, verso Madonna di Campiglio e poi al primo Gpm di giornata, Campo Carlo Magno, seconda categoria. Leggera discesa e il gruppo torna a volgere lo sguardo verso l'alto, c'è il Tonale, 15 km al 6% di pendenza media. Nessun tratto pianeggiante, è il calssico tappone da terza settimana, dove la scoppola è dietro l'angolo e le energie sono ormai ridotte al lumicino.
Verso metà percorso, intorno al km 85, l'ascesa meno impegnativa. Il plotone scala l'Aprica, dal versante più duro, per poi gettarsi verso il terribile Mortirolo. Tratti, continui, al 18%, 12 km, infiniti. Chi vuol provare a far saltare il banco, deve cominciare fin da qui ad aumentare il ritmo, a sgretolare il gruppo, perché l'ultimo Gpm, verso l'Aprica, presenta pendenze abbordabili, su cui è difficile creare selezione e distacchi.
L'Astana convive sul dualismo Aru - Landa, il primo è il leader designato, il secondo è, al momento, lo scalatore più in forma. La squadra kazaka ha il miglior passo in quota, mentre Contador deve gestire compagni fin qui assenti nei momenti decisivi della tappa. Verso Madonna di Campiglio, il Pistolero si è disimpegnato senza palesare alcuna difficoltà, ma nella settimana decisiva non manca il terreno per forzare la corsa, costringendo Contador ad uscire presto allo scoperto. Serve il coraggio, il coraggio di attaccare il re.
Oggi una risposta importante, l'Astana corre per vincere o basta il podio ad Aru e compagni?
Il Mortirolo: